Alla vigilia del processo contro i fedeli di Thai Ha, i cattolici salutano un nuovo vescovo
di JB. VU
Oggi c’è l’ordinazione di mons. Chu Van Minh, ausiliare di Hanoi. Al rito prendono parte 20 presuli, un migliaio di sacerdoti, religiosi e seminaristi e 20mila fedeli. A tre giorni dall’inizio del procedimento, in tutto il Paese si prega per la giustizia e la pace.
Hanoi (AsiaNews) – In tutto il Vietnam si prega “per la giustizia e la pace”, oggi, giorno dell’ordinazione episcopale di mons. Lorenxo Chu Van Minh, nuovo vescovo ausiliare di Hanoi, che cade a soli tre giorni dall’inizio di un processo dalle evidenti connotazioni politiche contro otto fedeli della parrocchia di Thai Ha.
Primo ordinante del nuovo vescovo – nominato dal Papa il 15 ottobre - è mons. Ngo Quang Kiet, arcivescovo di Hanoi. Con lui, tra gli altri 20 vescovi che partecipano al rito, il presidente della Conferenza episcopale vietnamita, mons. Nguyen Van Nhon, il cardinale di Saigon, JB. Pham Minh Man (nella foto) e l’arcivescovo di Hué, mons. Stephano Nguyen Nhu The. Tra le 20mila persone presenti, ci sono un migliaio di sacerdoti, religiosi e seminaristi, a mostrare la fede del popolo vietnamita.
La diocesi di Hanoi, in questo periodo, sta affrontando numerose difficoltà per motivi materiali e ostacoli spirituali. Ad angustiare di più i cattolici sono le discriminazioni ed i sospetti che li circondano, mentre le autorità locali e centrali offrono un caldo benvenuto agli stranieri per avere collaborazione per i loro affari. Hanno tagliato il finanziamento dei progetti economici ed anche delle attività formative, per avere denaro per se stessi. Ma non vogliono che i cattolici diano il loro contributo a tali attività.
“Il cattolicesimo – dice ad AsiaNews il vescovo Chu van Minh – è la religione dell’amore. L’amore qui significa fare cose buone per la gente. Noi siamo vicini alle gioie e ai dolori delle persone, che ora non hanno bisogno di belle parole, ma di testimonianza dell’amore”. “Noi siamo al servizio della gente, dei popoli, dei bambini sfortunati, dei nostri fratelli e sorelle e il Paese capisce che questo servizio è per l’amore di Gesù”.
In questo quadro, in tutto il Paese si guarda con preoccupazione al processo che inizierà l’8 dicembre. Imputati per “distruzione di beni” e “turbamento dell’ordine pubblico” sono otto cattolici che hanno preso parte alle veglie di preghiera organizzate dalla parrocchia di Thai Ha per ottenere la restituzione del terreno della loro chiesa, illegalmente requisito. Per domani la parrocchia annuncia una veglia di preghiera per questi, si legge in un loro comunicato, “testimoni della giustizia e della verità, che non hanno mai violato la legge e sono stati arrestati ed incolpati ingiustamente”. L’iniziativa di Thai Ha fa seguito ad una lettera di mons. Kiet che invita i fedeli alla preghiera “per questi fratelli e sorelle, che, con coraggio, testimoniano per la giustizia e la verità”.
Ma non è solo Hanoi a pregare. Da quando si è avuta natizia del processo, sono centinaia le veglie organizzate in tutto il Paese.
Di tutto ciò, la stampa di regime non dà informazioni. Da quando è stato annunciato il processo, su tutta la questione sembra sia scesa la consegna del silenzio.
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