Algeria, uccisi 48 ostaggi e 32 islamisti. Cinque militanti arrestati
Algeri (AsiaNews/Agenzie) - Almeno 48 ostaggi e 32 rapitori sono morti nel blitz dell'esercito algerino all'impianto del gas di In Amenas. Un bilancio più preciso verrà fatto dalle autorità di Algeri solo questo pomeriggio. Per ora si rincorrono le voci del ritrovamento del corpo di 25 ostaggi, mentre altri 20 rimangono dispersi. L'esercito sta rastrellando ogni angolo dell'enorme impianto nel deserto del Sahara per cercare altre vittime e altri militanti. Di questi 32 sono stati uccisi; cinque sono stati arrestati, ma tre sono in fuga.
Mokhtar Belmokhtar, la mente che ha gestito l'attacco e il rapimento, ha diffuso un video (forse registrato in precedenza) in cui si afferma che l'azione terrorista è stata condotta da 40 militanti provenienti dal mondo islamico e dall'Europa. Il gruppo, legato ad al Qaeda, ha deciso di agire per liberare i musulmani del Mali dall'invasione francese. Egli afferma pure di aver voluto negoziare con le autorità algerine per "una fine immediata dell'aggressione contro i musulmani del Mali e per la liberazione dei nostri fratelli tenuti prigionieri dai crociati".
Fra gli ostaggi uccisi vi sono britannici, americani, colombiani, giapponesi, filippini, malaysiani, norvegesi, rumeni.
L'esercito ha messo fine al rapimento due giorni fa, dopo due giorni di assedio, liberando 685 algerini e 107 stranieri.
I racconti degli ostaggi liberati rivelano i militanti come uccisori senza scrupoli. Per fare uscire allo scoperto gli stranieri, essi gridavano di cercare solo americani. Ma poi hanno ucciso e recluso senza alcuna distinzione. Per giorni, hanno tenuto diversi degli ostaggi con esplosivi legati al collo, pronti a farli saltare. Tre giapponesi, che hanno tentato di fuggire, sono stati uccisi. Gli operai algerini erano tenuti separati dagli stranieri e venivano "trattati con dolcezza"; a molti di loro è stato concesso di fuggire.
IntelCenter, un gruppo di intelligence anti-terrorismo, afferma che l'operazione di In Amenas è la più vasta dai tempi dell'attacco di Mumbai nel 2008; la più pesante dai tempi del massacro nel teatro di Mosca nel 2002 e di quello di Beslan nel 2004.