08/10/2016, 10.13
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Alcuni libri su Madre Teresa di Calcutta

Roma (AsiaNews) – Nell’imminenza della canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta, sono apparse diverse pubblicazioni su scritti, pensieri, esperienze della santa, come pure testimonianze di chi l’ha conosciuta, o la cui vita è stata trasformata dall’opera della Madre dei più poveri dei poveri. Nell’attesa di pubblicare in un libro anche tutte le splendide testimonianze raccolte al Simposio internazionale di AsiaNews, ecco alcune opere su Madre Teresa.

Marina Ricci “Govindo, il dono di Madre Teresa”

Cosa può fare un bambino che non parla e non cammina, e non lo farà mai e che è vittima di una rarissima malattia per la quale certamente morirà presto? Molto. Può far ritrovare il rapporto con Dio, accrescere l’amore all’interno di una famiglia, dimostrare che ogni vita, per “scartabile” che appaia, ha un valore unico. E’ la storia che Marina Ricci, già vaticanista di Canale 5, racconta in “Govindo, il dono di Madre Teresa” (Edizioni San Paolo) . E’ la sua storia. Storia di un’adozione da parte di una famiglia che ha già quattro figli o più esattamente è la storia dell’adozione di una famiglia di sei persone da parte di un bambino malato per la sindrome di Cockayne una malattia rara, degenerativa e senza possibilità di cure.

Una vicenda che comincia nel 1996, quando Marina viene inviata a Calcutta per il ricovero in ospedale di Madre Teresa. Madre di quattro figli, ad adottare un bambino non pensava per niente, ma la visita a Shishu Bavan, l’orfanotrofio di Madre Teresa, è quella dell’incontro con un piccolo disabile, che non parla, non si può alzare, né mangiare da solo, ma ha uno sguardo… Ed è lui, il piccolo Govindo, che la sceglie.

Scrive Marina: “Non ho mai visto Madre Teresa” e lei “non ha mai saputo per chissà quale via misteriosa, la sua sofferenza e il suo ricovero in ospedale un anno prima mi avevano portato a Calcutta e trasformata da giornalista in madre di uno dei suoi figli”.

E’ una storia d’amore. Fatta di difficili problemi da affrontare – come nutrire sempre il bambino con un sondino – ma anche di gioie, di giochi. “Gli anni sono volati tra risate e ricoveri in ospedale allegria e preoccupazioni, stanchezze e soprassalti di energia”.

“Lui – scrive Maria, una delle sorelle del bambino - ci ha mostrato come tra le pieghe della vita di ciascuno ci sia sempre ‘ in agguato’ un amore più grande, che vince sempre. Ancora oggi Govindo ‘si fa vivo’ così ed è impossibile non sorridere felice quando succede. (FP)

Saverio Gaeta “Madre Teresa. Il segreto della santità”

Ha risposto con amore alla “sete di amore” con la quale vedeva il volto di Dio. E’ il “segreto” di Madre Teresa, un segreto che emerge da una vita straordinaria, segnata fin dall’infanzia dalla presenza di Dio. Una vita che Saverio Gaeta, giornalista e scrittore, nel suo “Madre Teresa. Il segreto della santità” (Edizioni San Paolo) ripercorre servendosi non solo di fonti storiche, ma anche di ricordi e aneddoti di chi l’ha conosciuta o ha comunque  sperimentato la sua azione e la sua spiritualità.

Una santa collocata all’interno delle vicende del XX secolo nel quale è vissuta e che, ad esempio, le hanno impedito di rivedere sua madre, ripercorse dall’arrivo in India come insegnante per famiglie bene, alla decisione di fondare una congregazione dedita ai più poveri tra i poveri, al Nobel avuto nel 1997. Una vicenda umana segnata dal plauso del mondo, ma anche dal silenzio sulla sua intransigente difesa della vita contro l’aborto, alla commozione che accompagnato la sua morte e un processo di canonizzazione – la beatificazione è del 2003 e la proclamazione a santa del 4 settembre 2016 - la rapidità del quale non ha stupito nessuno.

 

Angelo Comastri in “Ho conosciuto una Santa”

“Sapeva di andare controcorrente, sapeva di mettere il dito nella piaga dell’egoismo dei ricchi, sapeva che difendere il diritto alla vita del concepito era impopolare. Ma la Madre non cercava il consenso, ma soltanto la verità e la difesa della vita di tutti”. Chi descrive così Madre Teresa di Calcutta è il cardinale Angelo Comastri in “Ho conosciuto una Santa” (Ed. San Paolo).

Il cardinale non si limita a rievocare i suoi incontri con la santa, ma ne evidenzia momenti divenuti storici, pensieri e preghiere. C’è quanto conservato negli Archivi vaticani, un burocratico Pratica 3630/48 diocesi di Calcutta, nel quale leggiamo la richiesta all’origine di tutto: “chiedo che mi sia concesso di servire gli indiani poveri vivendo come loro” e “devo compiere questo passo in nome di Dio, che mi chiede un radicale cambiamento di vita. Voglio fare la sua volontà a ogni costo e raccogliere intorno a me anime disposte a cercare i poveri”. E c’è un ricordo del maggio 1997, quando la Madre era alla fine dei suoi giorni. All’allora vescovo che le raccomandava di prestare un po’ di attenzione alla salute, rispose: “La vita è una sola, io debbo spenderla tutta per seminare amore fino all’ultimo respiro. Ricordati che quando moriremo, porteremo con noi soltanto la valigia della carità”.

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