Al via una drastica riduzione dei poteri della polizia religiosa saudita
Riyadh (AsiaNews/Agenzie) - Arresti arbitrari per punire donne con occhi troppo truccati, inseguimenti per le strade di Riyadh per un'autoradio rumorosa. Sono alcuni degli abusi compiuti dalla mutawa la temibile polizia religiosa saudita, che ormai gode di un drastico calo di popolarità. In questi mesi vi sono state decine di denunce contro gli eccessi degli agenti adibiti al controllo dei codici di abbigliamento, costume e osservanza della sharia.
Nei giorni scorsi Abdul Latif Abudl Aziz al-Sheikh, da gennaio nuovo capo riformista della polizia religiosa, ha annunciato una riduzione dei poteri della muttawa, che dovrà cedere alle normali forze di sicurezza il potere di compiere arresti e interrogatori. Conosciuto negli ambienti come un uomo di larghe vedute, al-Sheikh è stato scelto dall'establishment saudita per migliorare la reputazione della muttawa scesa in picchiata dopo che alcuni agenti hanno provocato un incidente mortale per la strade di Riyadh per inseguire un uomo che si era rifiutato di abbassare il volume dell'autoradio.
L'episodio ha scatenato l'ira della popolazione, soprattutto dei giovani, che non potendo criticare pubblicamente l'istituzione ha creato gruppi di denuncia su Twitter e Facebook, divenuti in anni recenti l'unico luogo di pseudo-libertà nel regime wahabita.
Secondo gli esperti la mossa di al-Sheikh è un segno della maggiore responsabilità nell'istituzione saudita. Negli ultimi mesi egli ha rilasciato una serie di interviste ai media per rispondere alle preoccupazioni della popolazione. Egli starebbe lavorando a un nuovo codice di condotta per gli agenti. Da decenni la muttawa ha il compito di far rispettare un rigido codice islamico obbligatorio anche per personale e aziende straniere. Già dopo due settimane dalla sua nomina al-Sheikh aveva vietato la presenza di volontari nella polizia religiosa e sospeso diversi ufficiali accusati di "zelo eccessivo" nell'applicazione dei loro doveri.