Al via a Bangkok la prima campagna elettorale post golpe
di Weena Kowitwanij
Per i 480 seggi parlamentari in gioco, che saranno assegnati con il voto del prossimo 23 dicembre, si scontrano 18 formazioni politiche. Scontro diretto fra i democratici ed i popolari, che ancora sostengono Thaksin Shinawatra, esiliato dalla giunta militare dopo il colpo di Stato dello scorso anno.
Bangkok (AsiaNews) – E’ iniziata ieri in Thailandia la prima campagna elettorale dopo il colpo di Stato militare dello scorso anno, che cacciò l’allora presidente Thaksin Shinawatra colpevole di corruzione. Sono 18 i Partiti in corsa, anche se nessuno di questi sembra avere le carte in regola per avere la maggioranza assoluta delle preferenze.
Il voto si svolgerà il prossimo 23 dicembre. Secondo le prime proiezioni, il Partito democratico ed il Partito per il potere popolare (che comprende diversi sostenitori dell’ex presidente) si spartiranno la maggior parte dei 480 seggi parlamentari in gioco. Secondo la tradizione, chi ottiene il maggior numero di seggi potrà comporre una coalizione di governo con i Partiti minori.
Abisit Vejjajiva, leader democratico, ha esposto il programma elettorale del suo schieramento: “Rispetto delle leggi, punizioni severe per chi commette errori”. Il suo partito dovrebbe conquistare i voti di buona parte del Sud del Paese e, soprattutto, quelli di Bangkok. Il vice presidente democratico, infatti, ha svolto il ruolo di governatore della capitale durante la presa di potere della Giunta, ed è apprezzato dalla popolazione.
Tuttavia, il Partito per il potere popolare ha diverse possibilità di vincere soprattutto nelle zone rurali del Paese, dove le politiche populiste di Shinawatra – per quanto sconfessate dal governo militare – sono ancora amate. Il suo leader, Samak Sundaravej, ha già dichiarato di “voler riportare in patria il nostro ex presidente, con tutti gli onori”.
Per cercare di fermare questa deriva di voti, i democratici hanno emendato il loro programma, inserendo “piattaforme politico-economiche che guardano con speciale attenzione ai villaggi rurali, dove la popolazione potrà sempre contare sui democratici per ottenere giustizia”.
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