Al vertice della Lega araba i ribelli ottengono il seggio della Siria, ma affiorano divisioni
Doha (AsiaNews) - L'opposizione siriana al centro della giornata d'apertura del vertice della Lega araba che ha aperto oggi la sessione di lavori a Doha, in Qatar. Facendo seguito alla decisione già presa nel novembre 2011, quando fu decisa la sospensione del regime di Bashar al-Assad, la Lega ha consegnato al fronte dell'opposizione il seggio siriano.
A parte la prevedibile reazione furiosa del regime, per il quale il seggio della Siria è stato affidato a "banditi", il passaggio all'opposizione è stato tutt'altro che pacifico. Domenica il presidente della National Coalition, Ahmed Moaz al-Khatib, ha annunciato le sue dimissioni, a quanto si dice a causa delle tensioni creatisi all'interno dell'organismo per l'accusa rivolta al Qatar di voler egemonizzare l'opposizione. E mentre dall'interno della Coalizione si dice che le dimissioni sarebbero state respinte, lo stesso Khatib ha annunciato di voler tenere un discorso "a nome del popolo siriano". Compito che però può essere rivendicato anche dal primo ministro della Coalizione, Ghassan Hitto, che fa parte della delegazione presente a Doha.
Al di là delle questioni interne all'opposizione, la vicenda appare legata alle divisioni interne alla stessa Lega araba, con Iraq, Algeria e Libano che espressero riserve già a proposito della sospensione del regime di Assad.
Segno dei contrasti sono visti anche nelle assenze - motivate da ragioni di salute - di re Abdullah dell'Arabia saudita - sostenitore dei ribelli - e di Jalal Talabani, presidente dell'Iraq, che ha invece una posizione più ambivalente.
La Lega non si occupa solo di Siria. I leader arabi discuteranno anche del processo di pace tra Israele e Palestina, attualmente fermo, anche alla luce del silenzio sulla iniziativa araba del 2002 che offriva allo Stato ebraico il riconoscimento in cambio del ritorno ai confini del 1967. In proposito, l'emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa Al Thani, nel suo discorso di benvenuto agli ospiti, oltre a dirsi favorevole a "soluzioni politiche" per risolvere la crisi siriana, ha parlato anche della necessità di proteggere "la natura araba di Gerusalemme", fornendo ai palestinesi aiuti molto promessi, ma poco concessi.