Al varo la Commissione di inchiesta sul caso Arroyo
Manila (AsiaNews/Agenzie) Gloria Macapagal-Arroyo, presidente delle Filippine, ha annunciato questa mattina l'imminente formazione di una Commissione di inchiesta per investigare sulle accuse di corruzione elettorale che le sono state mosse all'inizio di giugno. La presidente nega di aver fatto qualcosa di sbagliato ma, in una lettera aperta alla Conferenza episcopale delle Filippine, spiega che la formazione della Commissione "è necessaria per ristabilire la fiducia pubblica".
Proprio i presuli filippini, il 10 luglio scorso, hanno chiesto la formazione di un corpo investigativo per fare chiarezza sulle accuse. "Nella presente situazione [di instabilità politica ndr] si legge in un documento a firma di mons. Capalla - ... in spirito di umiltà e verità, dichiariamo che la nostra decisione collettiva è quella di non chiedere le dimissioni della presidente ma la formazione di una Commissione che faccia luce sulle accuse di corruzione".
La situazione politica del Paese è stata sconvolta dalle accuse mosse nei confronti del marito, il figlio e il cognato della Arroyo, inquisiti dal Senato per avere ricevuto soldi da organizzazioni clandestine di giocatori d'azzardo. La presidente stessa è accusata di brogli nelle elezioni presidenziali del 2004; è stata infatti presentata al Senato una registrazione audio in cui la Arroyo chiede al commissario elettorale, mentre era in corso lo spoglio, di alterare i risultati per attribuirle più voti.
Il 13 luglio si sono ritrovati nelle strade di Manila circa 30 mila dimostranti che hanno chiesto l'immediato abbandono dell'incarico presidenziale da parte della Arroyo, che non sembra disposta a cedere. Nonostante 13 membri del governo abbiano rassegnato le dimissioni per protesta e la popolazione sia oramai schierata contro di lei, la presidente dice: "Non possono cacciarmi via. La popolazione mi ha dato il 40% dei voti, ho avuto 1 milione di voti più del mio antagonista. Questo non può essere un broglio".
02/09/2005