Al ritorno in Cina, centinaia di arresti fra chi ha pregato con il Dalai Lama
Lhasa (AsiaNews) - Il governo centrale cinese ha ordinato un raid in Tibet per cercare di fermare le proteste anti-comuniste: in questi giorni si sono verificate centinaia di arresti e condanne alla rieducazione tramite il lavoro. Lo denuncia Human Rights Watch. La repressione è nata dopo che 7mila fedeli buddisti si sono recati dal Tibet in India per seguire gli insegnamenti del Dalai Lama.
La repressione cinese a questo gesto di sfida - compiuto comunque con il permesso delle autorità locali - era stata anticipata da AsiaNews che, in un articolo dello scorso gennaio [v. http://www.asianews.it/notizie-it/Pechino-soffoca-tre-manifestazioni-tibetane-e-l%E2%80%99informazione-23817.html] aveva intervistato un lama presente agli insegnamenti del leader buddista.
Secondo la fonte, Pechino non aveva compreso la portata dell'evento: «L'aumento della violenza anti-tibetana nasce dalla paura di Pechino, che vede nei tibetani un popolo che non si china più senza reagire ai loro soprusi. Alla fine di dicembre, sfidando la repressione e senza paura delle conseguenze, un gruppo di 6mila fedeli buddisti ha lasciato il Tibet ed è andato in India a seguire la Bhodigaya, una grande festa religiosa guidata dal Dalai Lama. In questo modo hanno dimostrato il loro amore per la libertà religiosa e hanno detto che non hanno paura della Cina".
Nel corso di questo incontro, "il Dalai Lama si è rivolto a loro e ha chiesto la fine di tutte le violenze, che non giovano alla causa tibetana e mettono a rischio vite umane preziose. Sono stati dei momenti molto toccanti: buona parte dei presenti non aveva mai visto il proprio leader religioso se non in foto, e diverse centinaia di persone si sono messe a piangere. Chiedono soltanto che possa tornare a casa".
Tuttavia, dopo la Bhodigaya, la Cina ha cambiato idea. Senza accuse precise, ha ordinato centinaia di arresti e lavaggi del cervello ai danni di coloro che avevano superato il confine: «Una violenza inaudita - commenta ancora la fonte di AsiaNews - che si spiega soltanto con la schizofrenia di un regime che non cerca più di capire o di confrontarsi. Vogliono un popolo composto da zombi».