Al Vertice internazione difficile superare il divario digitale
Ginevra (AsiaNews) Dal 10 al 12 dicembre si sono incontrati a Ginevra circa 12 mila rappresentanti della politica e dell'economia per partecipare al primo Vertice Mondiale delle Nazioni Unite sulla Società dell'Informazione (WSIC). Scopo del vertice, che riunisce 130 paesi, è discutere come costruire un ponte sul "divario digitale" esistente fra le nazioni ricche e povere del mondo.
I delegati del WSIC hanno cercato di stabilire un piano d'azione per colmare la disuguaglianza di costo ed accesso ad internet tra paesi ricchi e paesi poveri, disuguaglianza che impedisce a questi ultimi di partecipare alla comunicazione globale su politica, economia, cultura e religione.
Il divario digitale è collegato in gran parte agli alti costi di computer, linee telefoniche e attrezzature di rete che i cittadini delle nazioni più povere non possono permettersi.
In alcuni paesi, inoltre, lo sviluppo di Internet è osteggiato dall'ideologia governativa che teme il diffondersi tra la popolazione di materiale considerato dissidente.
Un piano d'azione generale è stato accettato all'unanimità da tutti i partecipanti, che entro il 2015 sperano di attuare i passi seguenti:
Finanziare e fornire tutte le città del mondo di punti di accesso alla rete internet; Finanziare e fornire tutte le istituzioni pubbliche di servizi web, comprese università, scuole, centri di ricerca, musei, ospedali, poste, e uffici governativi; Incoraggiare le scuole ad inserire nei programmi corsi sul web e sulle nuove tecnologie; Facilitare l'uso di tutte le lingue del mondo nella rete; Sviluppare e proteggere il materiale pubblicato e i siti internet.Tra i partecipanti al vertice vi sono state indecisioni e disaccordo nel modo in cui attuare il piano d'azione. Il punto più controverso è stato quello su come finanziare i ,8 miliardi necessari alla connessione ad internet di tutte le città, villaggi ed edifici pubblici ancora esclusi dalla rete.
Il presidente del Senegal, Abdoulaye Wade, ha proposto di creare un "fondo per la solidarietà digitale" per i paesi poveri. Esso sarebbe alimentato con la donazione di per ogni computer e programma venduti nel mondo. Altre proposte per il reperimento di questi soldi, comprendono il tassare le telefonate internazionali e l'uso commerciale delle trasmissioni radiofoniche. Le proposte hanno però trovato la ferma opposizione delle nazioni del Primo Mondo (USA, Canada ed Europa) e alla fine si è deciso di rimandare la discussione al prossimo vertice che si terrà in Tunisia nel 2005, varando intanto un comitato per lo studio di alcune soluzioni alternative.
Un altro punto interessante per i paesi in via di sviluppo è l'offerta di software "open source" a bassissimo prezzo o gratis, come il sistema operativo Linux. Questi rappresentano una valida alternativa ai costosi programmi Microsoft. Delegati del Brasile hanno offerto la loro diretta esperienza: un'agenzia pubblica, E-Goverment, nata da poco, utilizza l'open source, offrendo centri di connessione internet alla popolazione più povera. Già oggi, come attuazione del punto 1 del piano, sono stati creati più di 100 internet caffè gratuiti usando il sistema Linux.
Un altro argomento cardine è il problema delle barriere linguistiche. La maggior parte delle pubblicazioni elettroniche, circa il 70%, è infatti in lingua inglese e questo comporta l'automatica esclusione di tutte le popolazioni in via di sviluppo che ancora parlano soltanto la loro lingua madre. I delegati africani hanno sottolineato l'importanza di pubblicazioni web in lingua madre, per incrementare il libero accesso ad informazione educativa, sociale, politica e religiosa, altrimenti impossibile. Kofi Annan, Segretario generale ONU ha detto che questo "super-uso" dell'inglese finisce per soffocare le voci delle minoranze che usano il web.
Molti delegati hanno incoraggiato l'inserimento nei programmi scolastici di corsi sull'uso del computer, sulle nuove tecnologie e sul web.
Un altro argomento che ha creato notevole dissenso riguarda il punto 5 del piano d'azione, ovvero le modalità di gestione e creazione dei siti web e dei criteri adottati dai motori di ricerca. Attualmente per essere pubblicato, ogni sito web deve prima essere registrato presso la ICANN, società californiana a capitale misto. La registrazione risulta cruciale per poter apparire all'interno di motori di ricerca come Google. Alcune nazioni del terzo mondo mettono in discussione il potere esercitato dalla ICANN e propongono un organismo internazionali che gestisca gli indirizzi internet.
Nei paesi dittatoriali o fondamentalisti (come Zimbabwe, Cina, Egitto e Iran) le autorità governative vogliono avere un totale controllo sull'amministrazione degli indirizzi. Per evitare ciò le Nazioni Unite hanno proposto un'alternativa neutrale, l'Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (ITU), che dovrebbe occuparsi di tale amministrazione. Anche in questo caso, come per il reperimento dei fondi, le votazioni sono state rimandate al prossimo incontro del 2005. (MS)12/12/2003