Al Qaeda rivendica il massacro di Kabul. Karzai taglia il tour europeo
Sono 59 i morti accertati, e oltre 160 i feriti, del duplice attentato che ha avuto luogo a Kabul e a Mazar-e-Sharif contro i pellegrini sciiti nel giorno sacro dell’Ashura. Lashkar-e-Jhangvi al-Alami, un gruppo legato ad Al Qaeda, ne rivendica la responsabilità.
Kabul (AsiaNews/Agenzie) – Il presidente Hamid Karzai è tornato in Afghanistan, interrompendo il suo viaggio in Europa, dopo che due attentati hanno tolto la vita a 59 persone, e ne hanno ferite almeno 160. Karzai era a Bonn, dove si sta svolgendo dal 5 dicembre una conferenza internazionale sul futuro del Paese. E’ giunto oggi a Kabul, e si è recato a visitare alcune delle decine di persone che sono rimaste vittima delle esplosioni. Il presidente Karzai ha dichiarato che attentati del genere, di matrice chiaramente religiosa, erano i primi di “quella natura orribile”, mai avvenuti in Afghanistan durante una celebrazione di così grande rilievo. Ieri era il giorno conclusivo, e più importante, dei dieci giorni dell’Ashura, la festa sciita in ricordo della morte dell’imam Hussein, il nipote di Maometto. Mohammad Bakir Shaikzada, la più alta autorità religiosa sciita a Kabul, ha dichiarato di non ricordare un attacco del genere in tutta la sua vita. “Questo è un crimine contro musulmani nel giorno sacro dell’Ashura. Noi musulmani non dimenticheremo questi attacchi. Sono I nemici dei musulmani che li compiono”.
Il bilancio della violenza è particolarmente pesante a Kabul, dove un attentatore suicida si è fatto esplodere vicino al santuario di Abul Fazel, in una folla di pellegrini. L’esplosione ha ucciso 55 persone, fra cui donne e bambini. Mahood Khan, responsabile del luogo sacro, ha dichiarato che l’esplosione è avvenuta in un cortile dove i pellegrini si affollavano per entrare a pregare nel santuario. Mustafa stava vendendo cibo ai pellegrini quando è avvenuta l’esplosione. “E’ stata assordante, e sono stato scaraventato a vari metri di distanza. C’era sangue dappertutto, corpi per terra, e urla”, ha dichiarato. Fra le vittime, un cittadino americano. In un comunicato l'ambasciata Usa precisa che ''un cittadino americano è stato tragicamente ucciso in un attacco suicida il 6 dicembre''. L'ambasciata indica che ''per rispetto ai famigliari della vittima non viene divulgato alcun particolare sulla sua identità''
Una seconda esplosione ha avuto luogo a Mazar-e-Sharif, e ha ucciso quattro persone. I Talebani hanno condannato l’attacco, definendolo “crudele e indiscriminato” e attribuendone la responsabilità al “nemico invasore”. L’attentato è stato invece rivendicato al gruppo Lashkar-e-Jhangvi al-Alami. Si tratta di un gruppo estremista sunnita legato ad Al Qaeda, già autore di numerosi attacchi contro gli sciiti.
Gli sciiti costituiscono circa un quinto della popolazione afghana, e appartengono in maggioranza all’etnia Hazara. Migliaia di Hazara sono stati massacrati dai Talebani nel 1990. I sunniti radicali considerano gli sciiti “infedeli” perché le loro tradizioni e costumi differiscono da quelli della fede maggioritaria. L’ultimo incidente fra sunniti e sciiti è avvenuto nel Paese all’inizio del 2006, a Herat, sempre durante l’Ashura. Cinque persone hanno perso la vita, e 50 sono rimaste ferite.
Il bilancio della violenza è particolarmente pesante a Kabul, dove un attentatore suicida si è fatto esplodere vicino al santuario di Abul Fazel, in una folla di pellegrini. L’esplosione ha ucciso 55 persone, fra cui donne e bambini. Mahood Khan, responsabile del luogo sacro, ha dichiarato che l’esplosione è avvenuta in un cortile dove i pellegrini si affollavano per entrare a pregare nel santuario. Mustafa stava vendendo cibo ai pellegrini quando è avvenuta l’esplosione. “E’ stata assordante, e sono stato scaraventato a vari metri di distanza. C’era sangue dappertutto, corpi per terra, e urla”, ha dichiarato. Fra le vittime, un cittadino americano. In un comunicato l'ambasciata Usa precisa che ''un cittadino americano è stato tragicamente ucciso in un attacco suicida il 6 dicembre''. L'ambasciata indica che ''per rispetto ai famigliari della vittima non viene divulgato alcun particolare sulla sua identità''
Una seconda esplosione ha avuto luogo a Mazar-e-Sharif, e ha ucciso quattro persone. I Talebani hanno condannato l’attacco, definendolo “crudele e indiscriminato” e attribuendone la responsabilità al “nemico invasore”. L’attentato è stato invece rivendicato al gruppo Lashkar-e-Jhangvi al-Alami. Si tratta di un gruppo estremista sunnita legato ad Al Qaeda, già autore di numerosi attacchi contro gli sciiti.
Gli sciiti costituiscono circa un quinto della popolazione afghana, e appartengono in maggioranza all’etnia Hazara. Migliaia di Hazara sono stati massacrati dai Talebani nel 1990. I sunniti radicali considerano gli sciiti “infedeli” perché le loro tradizioni e costumi differiscono da quelli della fede maggioritaria. L’ultimo incidente fra sunniti e sciiti è avvenuto nel Paese all’inizio del 2006, a Herat, sempre durante l’Ashura. Cinque persone hanno perso la vita, e 50 sono rimaste ferite.
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