Al Qaeda e predicatori islamici dietro le decapitazioni di cristiane a Poso
Il maxi ricercato Basri, della Jemaah Islamiyah, confessa di aver decapitato con le sue mani una delle tre studentesse uccise nel 2005 e spiega: eravamo scossi dalla perdita dei nostri cari nel conflitto di Poso, istruttori e predicatori portati da al Qaeda ci hanno addestrato al jihad, facendoci credere che era Allah a volere quelle morti; ma siamo pentiti.
Jakarta (AsiaNews/Agenzie) – Uomini incolti, in cerca di vendetta per i familiari uccisi durante il conflitto interreligioso di Poso, indottrinati dai leader della Jemaah Islamiyah (JI), il network legato ad al Qaeda. Così si sono descritti negli interrogatori Basri, fino a poche settimane fa maxi ricercato in Indonesia, e altri quattro militanti detenuti con lui. Conosciuto solo con il primo nome, Basri, 30 anni, è accusato tra i vari crimini, di aver preso parte alla decapitazione di tre ragazze cristiane a Poso, provincia indonesiana di Sulawesi centrale, nel 2005. Egli ha perso numerosi familiari nelle violenze tra cristiani e musulmani che dal 1998 al 2001 insanguinarono la provincia.
La polizia ha riferito che l’uomo ha formalmente confessato di aver tagliato lui stesso con due machete la testa di una delle giovani studentesse, di ritorno da scuola. Basri, che in un’intervista all’Associetd Press si è detto “pentito dal profondo del cuore”, racconta di “essere stato spinto” a compiere tali gesti: “Non avevo scelta, ero come un toro inferocito”. Il terrorista e i suoi compagni dicono che per anni gli istruttori della JI – addestrati in Afghanistan e Filippine del sud - hanno insegnato loro a fabbricare bombe e usare armi. “I predicatori islamici - riferisce Basri – ci dicevano che uccidere era una forma di preghiera, dicevano che nella guerra i cristiani avevano tagliato le teste di ragazze musulmane ed era giunto il momento di fargliela pagare”.
I militanti, detenuti dai primi di febbraio, raccontano inoltre di aver giurato in segreto con i leader della JI nel 2003 prima di unirsi a loro per lezioni di indottrinamento settimanali, focalizzate sulla necessità del jihad contro gli infedeli. Aat, uno degli arrestati con Basri, ha descritto l’attentato dinamitardo compiuto contro un mercato cristiano, in cui morirono 20 persone. “Il giorno dopo ho pianto a lungo” ha poi aggiunto.
Secondo quanto raccontano gli stessi terroristi, “al Qaeda ha portato gli uomini della JI a Poso nel 2001 con lo scopo di accendere un conflitto religioso”. Riferendosi agli uomini al soldo della JI, un ex leader del gruppo terroristico e ora collaboratore della polizia, Nasir Abbas, li descrive come “gangster raccolti dai predicatori, e che non pregano né digiunano, ma vengono convinti che quello che fanno è legale e giustificato da Allah”. La Jemaah Islamiah, operativa nel sud-est asiatico, è responsabile tra l’altro delle bombe a Bali del 2002, che uccisero 202 persone.
Vedi anche