Al Plenum del Partito i problemi sociali e le lotte di potere
Le rivolte sociali e gli squilibri del capitalismo selvaggio cinese spingono alla revisione. Il Partito sembra interessato ai modelli del welfare svedese e norvegese. E si consumano le ultime mosse per la supremazia di Hu Jintao.
Pechino (AsiaNews) I 350 membri del Comitato centrale del partito comunista cinese hanno iniziato il loro raduno annuale. Per 4 giorni essi discuteranno dei modi in cui "costruire una società armoniosa socialista", uno slogan lanciato nel 2004 dal presidente Hu Jintao, che è anche segretario generale del Partito. La Xinhua ha sottolineato che per la prima volta in 25 anni un plenum del Comitato centrale è dedicato allo studio di un tema sociale. Ma l'incontro è soprattutto una cartina di tornasole per verificare il rafforzamento del potere di Hu. Molti si aspettano che lo slogan della "società armoniosa", diventi una vera e propria teoria ufficiale del Partito, superando quella delle "Tre rappresentanze" voluta dal predecessore Jiang Zemin, grazie a cui la Cina ha sperimentato 20 anni di veloce crescita economica basata sull'alleanza fra Partito, imprenditori e gruppi economici, ma ha pure assistito a una crescita dell'abisso fra ricchi e poveri, maggiore inquinamento, problemi energetici, speculazioni edilizie, impoverimento delle campagne e perdita di ogni ammortizzatore sociale (casa, pensione, sanità, scuola).
Secondo dati della Xinhua, il governo spende solo il 5,5% del Prodotto interno lordo nella sanità per curare al massimo un quinto della popolazione, in maggioranza urbana. Più dell'87% dei contadini i più poveri - devono pagarsi le visite mediche. L'Accademia delle scienze sociali ha diffuso uno studio da cui emerge che nel 2005, l'80% della spesa per la sanità è servita a pagare le cure mediche di 8,5 milioni di burocrati del governo. Sul fronte dell'educazione, la Cina stanzia ogni anno 8 milioni di yuan (800 mila euro) per aiutare 114 milioni di analfabeti: in pratica, meno di un centesimo di euro a testa!
La Xinhua sottolinea che i think tank di Hu hanno lavorato a pieno ritmo per cercare soluzioni e hanno studiato analoghi problemi sociali nei vari continenti. Gruppi di lavoro hanno visitato l'Europa, l'America, l'Estremo oriente, l'America latina e l'Africa. La teoria di Hu sembra aperta a trovare formule di soluzione vicine a quelle del Nord Europa, soprattutto Svezia e Norvegia.
L'affronto di temi quali povertà, pensione, inquinamento, educazione è una questione di vita o di morte per il Partito, che rischia ormai la sua legittimità. La mancanza di cure mediche, la degradazione ambientale, la crescente disoccupazione, gli espropri di case e terre e soprattutto la corruzione imperante dei membri del Partito, rendono la situazione della Cina molto simile a quella che ha portato il Paese alle manifestazioni di piazza Tiananmen, soffocate poi con il massacro nel 1989. Il Partito rimane preoccupato per le rivolte sociali sempre più diffuse, a cui finora ha risposto con la forza delle armi, il carcere per gli attivisti e gli avvocati loro difensori.
Secondo molti analisti, all'incontro del Plenum Hu Jintao troverà poca opposizione per il suo progetto, dopo la recente decisione di dimettere Chen Liangyu, il capo del Partito a Shanghai, accusato di speculazioni edilizie e manomissione dei fondi pensioni. Chen è uno dei personaggi chiave della cosiddetta "cricca di Shanghai", guidata da Jiang Zemin. Chen è stato fra i massimi oppositori delle politiche di Hu e Wen Jiabao, che dal 2004 predicano un freno alle speculazioni edilizie e al surriscaldamento dell'economia. Il Plenum dovrà decidere sulle dimissioni di Chen dal Politburo e forse espellerlo dal Partito.
Il suo naufragio politico segna l'indebolimento dell'alleanza a tutti i costi fra capitale e Partito, ma soprattutto dà via libera a Hu di aprire i posti del potere alla sua fazione, quella attorno alla Lega dei giovani comunisti. Per molti, questo Plenum è la preparazione a diversi cambi al vertice da programmare per l'ottobre 2007, quando avrà luogo il 17° Congresso del Partito.