Al Congresso si chiede al Dipartimento di Stato di riferire su Gerusalemme, Muro, Israele e Vaticano
Un'audizione avvenuta alla Commissione esteri conferma l'amicizia verso Israele, ma anche la richiesta di attenzione verso i diritti umani dei palestinesi; l'identità multiculturale di Gerusalemme; l'attuazione dell'Accordo Fondamentale Israele Santa Sede.
Washington (AsiaNews) - Un'iniziativa senza precedenti è avvenuta nei giorni scorsi al Congresso: varie personalità 2 parlamentari, un sacerdote, alcuni esperti sulla libertà religiosa - pur essendo "amici" di Israele, hanno criticato lo Stato israeliano sulla questione del Muro, di Gerusalemme, e sulla mancata attuazione dell'Accordo fondamentale con la Santa Sede, chiedendo al Dipartimento di Stato di riferire su queste tematiche.
L'audizione, avvenuta il 30 giugno scorso, è stata convocata dal deputato federale Chris Smith, presidente della sottocommissione per i diritti umani alla Commissione esteri della Camera. Smith è fra i più decisi sostenitori dell'amicizia Usa- Israele. Egli ha però osservato che chi è vero amico, non permette che "gli amici manchino di rispetto verso i diritti altrui". E ha parlato delle pesanti conseguenze specie sotto l'aspetto dei diritti umani che la costruzione del Muro sta creando in Gerusalemme e nella Cisgiordania. Egli ha detto che il tracciato della barriera "non ha solo fini di sicurezza". Sui problemi causati dal Muro è stato ascoltato anche il parroco della cittadina di Aboud, in Cisgiordania.
In via eccezionale, ha dato la sua testimonianza anche il presidente della Commissione esteri, l'on. Henry Hyde, che ha chiesto maggior attenzione alla questione di Gerusalemme, chiave di volta per la pace nella regione. Egli ha sottolineato l'importanza di mantenere "l'identità multiculturale della città Santa, per preservare la natura pluralistica della Terra Santa Il rapido declino del tessuto interreligioso di Gerusalemme pone problemi agli interessi degli Stati Uniti verso la città e verso i valori condivisi da americani di tutte le fedi".
All'incontro i partecipanti hanno espresso il loro apprezzamento per la testimonianza del card. Theodore McCarrick, arcivescovo emerito di Washington. Per molti anni il porporato ha avuto un ruolo importante nel tenere informato il governo Usa sulle preoccupazioni della Chiesa Cattolica in diverse parti del mondo, compresa la Terra Santa.
Un risultato dell'audizione è pure la domanda al Dipartimento di Stato di riferire sulla situazione dell'Accordo fondamentale tra la Santa Sede e lo Stato di Israele. Due anni fa il governo di Israele ha dichiarato (alla Suprema Corte) di non ritenersi vincolato dall'Accordo, che Israele ha firmato nel 1993 e ratificato nel 1994. Anche i negoziati per l'esecuzione dell'accordo col Vaticano tenutisi finora in modo sporadico - sembrano per ora bloccati.
L'iniziativa è vista come un segno di profondo sconforto di Washington verso alcune politiche israeliane in Cisgiordania, e come preoccupazione per i cristiani di Terra Santa, le cui sorti dipendono molto dall'attuazione da parte di Israele dell'Accordo fondamentale con la Santa Sede. (MR)