Al Cairo si tratta per avviare il cambio. Mubarak convoca i ministri. Piazza Tahrir non cede
Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) – Continuano le pressioni su Mubarak affinché abbandoni il potere sostanziale al suo vice presidente, Omar Suleiman, mentre a piazza Tahrir, al Cairo, i manifestanti, dopo una notte pacifica, si apprestano a vivere un’altra giornata di protesta chiedendo l’abbandono immediato del Rais. La situazione è ancora estremamente fluida, ed è difficile fare previsioni sui tempi e sull’esito di questo braccio di ferro. I carri armati dell’esercito hanno cominciato ad abbandonare la piazza; molti manifestanti si sono seduti intorno ai tank, per impedir loro di partire. Li considerano una difesa contro attacchi di sorpresa da parte dei partigiani di Mubarak.
Il presidente egiziano ha convocato per la prima volta il consiglio dei ministri da quando sono scoppiate le agitazioni. Ha incontrato il primo ministro, i ministri del petrolio, delle finanze, dell’economia e il governatore della Banca centrale. La voce ricorrente in queste ore è che il nuovo Vice presidente, Omar Suleiman, incontrerà a breve i capi dell’opposizione. E’ probabile che le banche riaprano domani, e che la Borsa torni a funzionare lunedì. Un attentato alla pipeline che porta gas a Israele e Giordania ha provocato un blocco temporaneo delle forniture, anche se i danni sono poco consistenti.
Cresce la pressione internazionale su Mubarak perché si avvii rapidamente il cambio istituzionale. Obama continua a esercitare pressioni sul Rais affinché “compia la scelta giusta”. Angela Merkel ha dichiarato che il cambiamento deve tenere conto della volontà dei dimostranti. Anche il segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon, ha detto che “la volontà del popolo deve essere rispettata”.