Al Cairo giura il nuovo governo, nelle strade continuano gli scontri
Il Cairo (AsiaNews) - Tre donne, tre cristiani, una star del calcio e nessun islamista: i 33 nuovi ministri del governo ad interim dell'Egitto sono un segnale della "riconciliazione nazionale" che l'esecutivo nato dopo la deposizione di Mohamed Morsi cerca di portare avanti nel Paese. Lo ha detto Ahmed el Moslemani, portavoce della presidenza, subito dopo la cerimonia, trasmessa alla televisione di Stato, che ha inaugurato un esecutivo di transizione prima di nuove elezioni.
Alle Finanze è andato Ahmad Galal, economista per molti anni alla Banca mondiale; agli Esteri l'ex ambasciatore egiziano a Washington Nabil Fahmy; agli Interni resta Mohamed Ibrahim così come Osama Saleh, che ritorna al posto di ministro degli Investimenti, incarico che ha ricoperto fino al maggio di quest'anno; resta al suo posto anche il ministro del Turismo Hisham Zaazou. Il generale Abdel Fattah al-Sisi - che ha guidato l'esercito nella rimozione dell'ex presidente Morsi - mantiene il portafogli della Difesa e diventa vice premier.
Le tre ministre nel nuovo governo egiziano, guidato da Hazem el Beblawi, sono Doriya Sharaf el Dine all'Informazione; Laila Rashed Iskandar all'Ambiente e Maha Zeneddin (di religione copta) alla Sanità. Gli altri due cristiani sono Mounir Fakhry Abdel Nour al Commercio e industria e Ramsi George alla Ricerca scientifica.
Il nuovo ministro dello Sport egiziano, Taher Abuzeid, è stato invece una star del calcio egiziano: centroavanti della più prestigiosa squadra egiziana l'el Ahly, negli anni'80 Abuzeid è stato un bomber così famoso da essere definito il "Maradona del Nilo". Ha giocato con la nazionale egiziana 59 volte ed è stato convocato anche per i mondiali di Italia 90. Ha smesso di giocare nel 1996.
Nel governo non sono entrati i Fratelli musulmani e nemmeno i salafiti. Il portavoce della Fratellanza, Mahmoud Ghozlan, ha definito il nuovo esecutivo "illegittimo" e la nomina del presidente Adly Mansour "nulla". Tuttavia diverse fonti confermano che "sono in corso" dei contatti fra la presidenza e il partito islamico, che continua a chiedere il ritorno di Morsi al potere.
Mentre il governo giurava, sono ripresi gli scontri fra i sostenitori dell'ex presidente e le forze dell'ordine. Prima dell'alba sono stati confermati oltre 400 arresti, ma nelle violenze sono morte due persone e altre 176 sono rimaste ferite. Fra questi ci sono 3 ufficiali e 14 agenti di polizia.