15/07/2011, 00.00
CINA
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Ai Weiwei, la difesa cerca di salvare 12 milioni di yuan

I legali dell’artista di fama internazionale, arrestato per 3 mesi con l’accusa di evasione fiscale, si sono appellati ieri contro il sequestro di circa 1,2 milioni di euro, avvenuto illegalmente poco dopo il fermo del dissidente. E Berlino offre all’architetto una cattedra universitaria.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Ai Weiwei passa al contrattacco e, tramite la moglie e le proprie società, cerca di riottenere denaro e proprietà che gli sono stati tolti dopo l’ingiusto arresto per “evasione fiscale”. Ieri mattina, infatti, la Beijing Fake Cultural Development - società di design guidata dalla moglie di Ai, Lu Qing - si è appellata contro un prelievo fiscale imposto dal governo per un valore di 12 milioni di yuan, circa 1,2 milioni di euro. Il prelievo era stato notificato subito dopo il rilascio dell’artista, avvenuto su cauzione lo scorso giugno dopo 3 mesi di prigionia.

L’appello è stato sostenuto dalla moglie e dai due avvocati della società, Pu Zhiqiang e Xia Ling. Ai, invece, non era presente: l’uomo, che ha disegnato il famoso Nido di Rondine della capitale in occasione delle Olimpiadi del 2008, è stato condannato per evasione fiscale e truffa. In realtà, l’arresto è stato motivato dal suo impegno per i diritti umani e soprattutto la libertà di espressione nel Paese.

Secondo la difesa, i fondi sequestrati “sono necessari per portare avanti il processo in corso”. Tuttavia, dato che le autorità non hanno seguito la procedura documentale corretta, è impossibile fare ricorso in maniera completa. Secondo l’avvocato Xia “non avendo i documenti possiamo soltanto ricorrere contro la procedura impropria. Per la legge cinese, il sequestro doveva essere documentato entro 3 mesi e quindi l’8 luglio. Ma le carte non ci sono”.

Nel frattempo l’università delle Arti di Berlino ha assegnato una cattedra al dissidente, che si è detto “molto felice” di accettarla ma ha aggiunto: “Spero di poter contribuire a fare qualcosa di importante, nel futuro. Ma per ora non ho idea di come e quando mi sarà permesso lasciare la Cina”.
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