Ahmadinejad: dibattito pubblico con Obama, ma il programma nucleare continua
Il presidente iraniano esclude negoziati sui “diritti inalienabili” dell’Iran, fra cui l’atomica. E lancia l’ipotesi di un incontro con l’omologo Usa, davanti ai media internazionali. Il governo cancella o ridimensiona eventi pubblici legati al Ramadan per timore di nuove proteste di piazza.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Teheran continuerà il controverso programma nucleare, escludendo qualsiasi negoziato sui “diritti inalienabili” del Paese; Mahmoud Ahmadinejad afferma anche di essere “pronto” a incontrare l’omologo statunitense Barack Obama, in una conferenza pubblica davanti alla stampa internazionale. Sul fronte interno, intanto, la Repubblica islamica ha cancellato o ridimensionato alcuni eventi legati al Ramadan, temendo nuove proteste dell’opposizione.
Pur aprendo a un dialogo sul nucleare con i Paesi del gruppo 5 +1 (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, Germania), il presidente iraniano ha confermato oggi che non vi saranno “negoziati sui diritti inalienabili della nazione iraniana”. Egli ha annunciato pure un “pacchetto” di proposte da presentare ai leader delle potenze mondiali, con l’obiettivo di “utilizzare a fini pacifici l’energia nucleare e prevenire lo sviluppo di armi di distruzione di massa”.
Ahmadinejad si dice pronto a un incontro pubblico con Barack Obama, “la miglior via per risolvere i problemi mondiali”, basandosi sui principi del “rispetto” e della “giustizia”. Il presidente Usa, all’indomani dell’insediamento alla Casa Bianca, aveva teso la mano per un dialogo con il regime degli Ayatollah e in questi mesi di proteste – e repressioni – non ha mai condannato apertamente Teheran. La proposta del presidente iraniano avviene proprio mentre a Vienna stanno per radunarsi l'Agenzia atomica internazionale (Iaea), che avrà a tema il nucleare iraniano.
Amir Taheri, opinionista del quotidiano arabo Asharq Al-Awsat, non nasconde i dubbi sulle presunte aperture di Ahmadinejad, che definisce un “astuto calcolatore”. La proposta di dialogo e il possibile avvio di “trattative incondizionate” darebbero altro tempo alla Repubblica islamica, per accelerare il programma di arricchimento dell’uranio. La mano tesa di Obama ha pemesso di godere di nove mesi di relativa calma; altri nove mesi sarebbero il tempo necessario per portare a termine i progetti.
Nell’ultimo rapporto, gli esperti dell’Agenzia atomica internazionale (Iaea) hanno invitato l’Iran a “dissipare” i sospetti sull’intenzione di costruire la bomba atomica. Pur confermando una diminuzione nell’uso di centrifughe nella centrale di Natanz, l’organismo Onu sottoliena la “scarsa co-operazione” di Teheran in materia di nucleare.
In tema di politica interna, funzionari governativi hanno cancellato o ridimensionato alcuni eventi legati al Ramadan, il mese sacro dei musulmani, per il timore di nuovoe proteste di piazza. La celebrazione prevista per il prossimo fin-settimana al mausoleo di Khomenei, fondatore della Repubblica islamica, a sud di Teheran, è stata cancellata per non meglio precisati “problemi” di carattere pubblico. Eliminato anche il discorso ai fedeli dell’ex presidente Khatami, sostenitore di Moussavi, che avrebbe dovuto parlare mercoledì prossimo davanti alla tomba del Leader della Rivoluzione islamica.
Ieri Mohammad Khatami ha lanciato un duro discorso contro il governo, accusando i leader di eliminare gli oppositori dalla vita pubblica con metodi “fascisti e totalitari”. Il 5 settembre Mir Hussein Moussavi, candidato riformista sconfitto alle presidenziali del 12 giugno, ha invitato i sostenitori continuare e rafforzare la campagna di proteste antigovernative. Esecutivo che, proprio nei giorni scorsi, ha ottenuto la fiducia del Majlis, il parlamento iraniano. Una fiducia, riporta il sito Rooz on-line, sponsorizzata dalla Guida Suprema Khamenei in persona: l’Ayatollah, prima del voto, ha manifestato “il desiderio che l’intero gabinetto di governo sia confermato”.
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