Ahmadinejad nega ancora l’Olocausto, le milizie governative aggrediscono Khatami
Giornata di scontri e tensione in tutto il Paese. Celebrando la giornata internazionale di Gerusalemme, il presidente iraniano attribuisce al “regime sionista” i conflitti in Iraq, Afghanistan e Sudan. L’opposizione organizza contro-manifestazioni, represse con la forza dalle milizie filo-governative.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Le milizie governative reprimono con la forza una manifestazione dell’opposizione; negli scontri è rimasto coinvolto anche l’ex presidente Mohammad Khatami. Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, intanto, nega nuovamente l’Olocausto, definendolo una “invenzione” e un “pretesto” usato per occupare la Palestina.
Giornata di scontri e di tensione oggi a Teheran e in altre zone del Paese. La leadership governativa si è mobilitata in massa per celebrare la giornata internazionale di Al-Quds (Gerusalemme), nata per testimoniare la “solidarietà della nazione persiana ai palestinesi”. La festa è stata istituita nel 1979 dall’ayatollah Khomenei, promotore della Rivoluzione islamica e padre fondatore della Repubblica iraniana. La manifestazione è stata presidiata da forze della sicurezza e dalle milizie Basij, pronte a reprimere qualsiasi forma di dissenso. Nel suo intervento, Ahmadinejad ha ribadito la tesi negazionista e ha attributo al “regime sionista” i conflitti in corso in “Iraq, Afghanistan e Sudan”.
Sempre oggi l’opposizione interna ha organizzato numerose contro-manifestazioni, alle quali hanno partecipato migliaia di persone. In una di queste era presente anche l’ex presidente della Repubblica, Khatami, attaccato da un gruppo di ultrà conservatori. Il leader moderato è stato gettato a terra; immediato l’intervento dei suoi sostenitori, che sono riusciti a strapparlo dalle mani degli assalitori e a respingere l’attacco.
In un’altra manifestazione, un gruppo pro-governativo ha cercato di attaccare il capo dell’opposizione Mir Hosein Moussavi. Lo riferiscono testimoni oculari presenti sulla scena; la notizia non trova però riscontri indipendenti, perché le autorità iraniane hanno impedito ai giornalisti stranieri di coprire le manifestazioni dell’opposizione.
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