Afiye, la bambina "schiava" nella Turchia del boom economico
Ankara (AsiaNews/Agenzie) - Afiye, tredicenne turca, lavora come contadina da quando ha undici anni. Come lei, per un salario di 15 dollari, quattro delle sue sei sorelle trascorrono 10 ore al giorno nelle campagne della Turchia meridionale. La madre 43enne dice: "Vorrei un'educazione regolare per ciascuna delle mie figlie, ma non ce la possiamo permettere".
Gli otto membri della famiglia condividono per gran parte dell'anno una tenda in un accampamento improvvisato vicino ai campi di lavoro. Le condizioni igieniche sono pessime e il rischio di ammalarsi è alto. Afiye fa parte di quel numero non quantificabile di minorenni turchi che ogni anno si spostano da una parte all'altra del Paese alla ricerca di un'occupazione stagionale. Molti di questi sono costretti a contribuire al bilancio familiare fin da giovanissimi: spesso non vanno a scuola pur di non perdere preziose ore di lavoro.
Il 18 aprile scorso, il deputato del Partito repubblicano turco(Chp) Suleyman Çelebi, ha presentato una proposta di legge per contrastare l'occupazione minorile, definendola come "la peggiore forma di sfruttamento del lavoro". In Turchia, la giornata nazionale del bambino cade ogni 23 aprile dal 1923: in quel giorno, Mustafa Kemal Ataturk dedicò ai bambini la nascita della Repubblica turca. L'attuale partito repubblicano (Chp) si rifà all'ideologia del fondatore della patria.
L'Istituto turco per le statistiche riporta che 292mila bambini tra i sei e i 14 anni e 601mila tra i 15 e i 17 sono impegnati in attività lavorative. Quasi il 6% della popolazione infantile, con 3mila bambini in più rispetto alla statistica riportata nel 2006, è costretto a lavorare.
La Turchia ha registrato nel 2011 un Pil di 775 miliardi di dollari riportando una crescita dell'8.5% rispetto all'anno precedente. La sua economia è in forte espansione, ma il livello di povertà infantile al 23.5% è tra i più alti dei Paesi Ocse. Circa un milione di minori tra gli 11 e i 17 anni è ancora vittima di sfruttamento sul posto di lavoro.
Il divieto di lavorare nell'industria pesante e di svolgere turni lavorativi notturni sono i punti principali della proposta di legge di Suleyman Çelebi. Egli si pone l'obiettivo di alzare da 14 a 15 anni l'età minima per abbandonare gli studi obbligatori. "Solo senza alcun criterio legale, morale o sociale possiamo accettare di veder compiere a un 15enne un turno notturno in fabbrica o veder morire un ragazzo di 13 anni in una fattoria", ha commentato il membro del partito repubblicano.