Afghanistan, dopo 30 anni di violenze si insedia oggi il nuovo parlamento
Con la sessione inaugurale inizia una nuova fase del processo di ricostruzione dell'Afghanistan. Molti analisti accusano però Kabul di non aver fatto abbastanza contro le attività illecite dei signori della guerra e per il rispetto dei diritti umani.
Kabul (Asianews/Agenzie) In Afghanistan, dopo 30 anni vissuti in un clima di violenza tra occupazioni militari e guerre civili, si è insediato oggi il primo parlamento regolarmente eletto dal 1973. La seduta inaugurale, a cui ha partecipato anche il vicepresidente americano Dick Cheney, è iniziata con la lettura del Corano da parte dei deputati e si è tenuta in una Kabul blindata e semiparalizzata da un impressionante cordone di sicurezza messo a punto in caso di eventuali attacchi dei militanti dell'ex regime talebano.
Il nuovo parlamento afgano conta complessivamente 351 membri, 249 eletti nella Wolwsi Jirga (Assemblea nazionale) e 102 nella Meshrano Jirga (Senato): l'organismo dovrà essere in grado di gestire un paese sull'orlo del collasso economico e diviso dal punto di vista etnico, politico e religioso.
"E' un grande onore - ha affermato all'inizio della sessione inaugurale Azizullah Ludin, capo della segreteria del parlamento - constatare che dopo anni di violenza e miseria l'Afghanistan compie i suoi primi passi per determinare il suo avvenire". All'insediamento sono intervenuti più tardi anche il presidente Ahmid Karzai e l'ex re Zahir Shah, rovesciato nel 1973 dal cugino Daud Khan che impose con un colpo di Stato lo scioglimento dell'ultimo parlamento liberamente eletto.
La situazione nel Paese rimane molto tesa: attentati suicidi e casi di violenza sono all'ordine del giorno e la gestione della sicurezza interna è ancora nelle mani della forza multinazionale presenti sul territorio. Alcuni analisti sostengono che il processo democratico in corso in Afghanistan è indebolito da un governo centrale non ancora in grado di ridurre l'influenza politica e militare dei vari signori della guerra arricchiti dal contrabbando e dal traffico di droga.
"Da molti afgani - ha dichiarato Saman Zia-Zarifi, direttore della sezione Asia di Human Rights Watch (Hrw) - l'apertura del parlamento non è vista come un passaggio positivo ma come un potenziale disastro, dato che molti politici provengono dagli apparati del vecchio regime". Hrw ha denunciato nell'ultimo anno numerose violazioni dei diritti umani e ha accusato vari dirigenti del nuovo apparato governativo afghano di essere coinvolti nelle attività di contrabbando e di traffico di droga.
Secondo Saman Zia-Zarifi, tra i responsabili di queste attività illecite e delle violazioni dei diritti umani vi sarebbero anche personalità politiche di spicco del nuovo Afghanistan, come il ministro della difesa Mohammed Fahim, signore della guerra e leader dell'Alleanza del nord, Abdul Rasul Sayyaf, capo di una delle potenti milizie armate attive nel Paese e Abdul Salama Rocketi, ex capo militare del regime talebano.
Intanto, nel paese continuano le violenze da parte dei gruppi legati al vecchio regime talebano: poche ore prima dell'inaugurazione del parlamento nell'est del Paese è stato incendiato un posto di polizia in una zona rurale della provincia di Kunar. Durante l'attacco 3 poliziotti sono stati uccisi ed un quarto risulta al momento disperso.