12/06/2015, 00.00
INDONESIA
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Adozioni in Indonesia, un crimine rilancia la polemica sulla sicurezza dei bambini

di Mathias Hariyadi
La piccola Angeline, presa in adozione da una famiglia povera, è stata ritrovata cadavere nel giardino di casa dei genitori adottivi. Vittima di abusi e maltrattamenti da parte della madre adottiva, la piccola è stata uccisa dall’ex governante. Ignoti i motivi del gesto. Orrore e indignazione nel Paese. Crimini favoriti dal vuoto normativo in tema di adozioni.

Jakarta (AsiaNews) - La drammatica vicenda di Angeline ha riaperto in Indonesia la discussione sulle adozioni e sul vuoto normativo che le circonda, causa di violenze e abusi che finiscono per colpire gli stessi bambini. L’ultimo caso di cronaca emerso in questi giorni ha sollevato orrore e indignazione in tutto il Paese: una bambina adottata in passato da una coppia di genitori poveri, impossibilitati a crescerla e garantirle un futuro, è stata ritrovata morta nel giardino di casa della madre adottiva a Sanur, nell’isola di Bali. 

Tre settimane prima della macabra scoperta, la madre adottiva aveva denunciato la scomparsa della bambina; in breve tempo la segnalazione aveva raggiunto anche blog e social network, diventando virale in tutto il Paese. Si è attivata una catena di solidarietà e di ricerca, nel tentativo di ritrovare la piccola di cui si erano perse le tracce. 

Della vicenda si erano occupati anche due ministri dell’esecutivo, che si erano recati in visita alla famiglia adottiva in segno di solidarietà. Tuttavia, al loro arrivo i due politici hanno subito un trattamento “gelido” da parte della coppia di genitori, i quali li hanno invitati in modo brusco a lasciare l’abitazione. 

Il loro comportamento ha insospettito gli inquirenti, che hanno iniziato a stringere il cerchio attorno al nucleo familiare. La svolta nell’inchiesta è del 10 giugno, quando gli agenti individuano una fossa sospetta nel giardino di casa, all’interno della quale vi era il corpo privo di vita di Angelina. 

Ieri l’ultimo capitolo della vicenda, con la confessione di un uomo - identificato col nome di Agustai, ex governante della casa - che ha ammesso di aver ucciso la bambina senza spiegarne i motivi. Tuttavia, gli accertamenti medici hanno anche dimostrato che Angelina aveva già subito prima della morte maltrattamenti da parte della madre adottiva (Margaretha) ed era stata oggetto di abusi a sfondo sessuale. E gli stessi insegnanti della bambina hanno confermato una situazione di degrado, caratterizzato da livello educativo inadeguato, sporcizia e trascuratezza.

Secondo gli investigatori la bambina sarebbe stata sfruttata dai genitori per lavori di casa o per dare da mangiare agli animali del giardino, come il pollame parte di una piccola azienda domestica. 

Angelina è stata adottata a suo tempo da una coppia mista di Bali - una donna indonesiana e il compagno di origine statunitense - che l’ha presa in affido da una famiglia povera di Banyuwangi, nella provincia di East Java. La madre naturale non riusciva a mantenere la figlia, per questo ha pensato di darla in adozione - come spesso avviene - senza poterla rivedere sino al compimento del 18mo anno di età. 

Attivisti e gruppi che operano per la tutela dell’infanzia denunciano la mancanza di un regolamento appropriato che tuteli davvero i minori adottati. Mancano le verifiche relative allo stato di salute dei bambini adottati e spesso la legge viene disattesa, a danno dei più piccoli. Il governo da tempo ha in agenda una revisione normativa, che garantisca maggiori poteri e tutele alla madre naturale, ma finora è rimasta solo una bozza priva di attuazione concreta.

Secondo i dati forniti dal ministero per gli Affari sociali al momento vi sono 500mila bambini ospitati all’interno di 8mila orfanotrofi sparsi per il Paese, altro bacino di utenza per le adozioni interne al Paese. Altri 7,5 milioni di minori non hanno alcun contatto diretto con i genitori naturali, anche se il padre o la madre sono in vita. 

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