29/03/2005, 00.00
PAKISTAN
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Ad Haripur vietato assumere centraliniste negli uffici pubblici

di Qaiser Felix

Le donne che vi lavoravano sono state licenziate. Si conferma la politica del governo pakistano che discrimina le minoranze e favorisce gli estremisti religiosi

Haripur (AsiaNews) – Le donne non possono lavorare nei centralini degli uffici pubblici e la loro assunzione è quindi vietata. Lo hanno stabilito le autorità governative del distretto di Haripur nella provincia nord occidentale del Pakistan. La decisione è stata presa dal Comitato coordinativo su criminalità e giustizia (CJCC) nel dicembre 2004 e la polizia la scorsa settimana ha avviato una serie di controlli per verificare il rispetto della direttiva. Secondo la direttiva: " i centralini statali sono luoghi pubblici. Gli utenti lamentano che l'impiego delle operatrici in questi uffici sia immorale e quindi deve essere proibito. Le donne che al momento risultano essere impiegate nei centralini devono essere rimosse dai loro incarichi immediatamente, nel rispetto del pubblico interesse".

Diverse operatrici telefoniche licenziate dopo l'approvazione di questo provvedimento restrittivo, in alcune interviste rilasciate ad AsiaNews, hanno criticato la decisione presa dalla CJCC. La signora Riffat, ex impiegata di un centralino, ha affermato che prima del divieto con il suo lavoro riusciva a guadagnare circa 1500 rupie pakistane al mese, adesso non ha più le risorse economiche necessarie a sfamare la sua famiglia. Secondo la signora Riffat nel distretto ci sono diverse industrie disposte ad assumere donne, ma offrono salari insufficienti al fabbisogno di una famiglia.

Javed Qureshi, segretario provinciale del Partito democratico pakistano, ha affermato che il divieto viola l'articolo 18 e l'articolo 34 della costituzione del paese.

La Commissione per i diritti umani del Pakistan (HRCP) ha criticato duramente questo provvedimento. In un comunicato ufficiale ha affermato che le promesse governative a favore di una "illuminata politica di moderazione" sono "irritanti" e non trovano alcun riscontro nella realtà dei fatti. Il comunicato, rilasciato dal presidente della HRCP Asma Jahangir, e dal segretario generale, Syed Iqbal Haider, sostiene che il divieto di impiego di donne nei centralini pubblici e il recente reinserimento dell'appartenenza religiosa nei passaporti pakistani riflettono le reali intenzioni della politica del governo. "Le politiche del governo – si legge nel comunicato - continuano ad essere ostili nei confronti delle donne e delle minoranze religiose. L'idea che l'impiego delle donne nei centralini telefonici sia immorale non è solamente assurdo ma è anche un'evidente discriminazione".

Manzoor Waseem Batti, presidente fondatore dell'organizzazione non governativa Teach Awareness through Skill and Training (Task), in una dichiarazione ad AsiaNews, ha contestato le decisioni prese dal governo pakistano. Secondo Waseem Batti, questi provvedimenti favoriscono gli estremisti religiosi e danneggiano l'immagine del Pakistan nel mondo. " Queste decisioni – ha affermato – non sono giustificabili in alcun modo, umiliano le minoranze religiose e le donne pakistane. Come cristiano e come osservatore condanno fermamente sia il divieto per le donne di lavorare nei centralini pubblici ad Haripur sia il reinserimento della voce religione nei passaporti pakistani".

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