Ad Amman un "Summit della riconciliazione islamica in Iraq"
Esponenti religiosi di numerosi Paesi mediorientali, riuniti il 22 aprile nella capitale giordana, dovrebbero firmare una dichiarazione che nega "legittimo fondamento religioso" al conflitto tra sciiti e sunniti in Iraq.
Amman (AsiaNews) Si chiama "Summit della riconciliazione islamica in Iraq" l'incontro che il 22 aprile vedrà riuniti ad Amman, in Giordania, esponenti sciiti, sunniti, curdi e tribali allo scopo di "muovere passi essenziali per fermare la violenza settaria e le tensioni in Iraq".
L'incontro, promosso dalla Lega araba e dall'istituto giordano Aal al Bayt (Abitanti della casa del Profeta), vedrà re Abdullah unirsi ai delegati per un appello a porre fine allo spargimento di sangue ed alle tensioni religiose. Tutti i partecipanti dovrebbero firmare una dichiarazione per la quale la lotta tra sciiti e sunniti "non ha legittimo fondamento religioso".
La pace in Iraq, si legge in un comunicato pubblicato dal Jordan Times, "non può essere realizzata senza una soluzione politica ed una soluzione politica non può, a sua volta, essere raggiunta senza una soluzione religiosa, perché la lotta in Iraq si è generalmente verificata su settarie linee religiose, specialmente tra comunità arabe musulmane".
Al "Summit" sono attesi alti esponenti religiosi di Egitto, Arabia Saudita, Turchia, Siria, Iran e Paesi del Golfo. Ci saranno lo sheikh Mohammad Sayyed Tantawi di Al Azhar, capo di una delle maggiori espressioni culturali sunnite e il segretario generale della Lega Araba, Amr Musa.