Aceh, prima volta al voto
Banda Aceh (AsiaNews) – Dopo tre decenni di guerriglia separatista e la devastazione dello tsunami di due anni fa, la provincia indonesiana di Aceh oggi ha votato per la prima volta in modo diretto i suoi amministratori locali. La storica consultazione segna il culmine del processo di pace avviato con l’accordo dell’agosto 2005 grazie alla mediazione della Finlandia.
Su 4 milioni di abitanti, gli aventi diritto al voto sono più di 2,6 milioni. Secondo quanto riferisce il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono, alle urne si sono presentati i due terzi degli elettori registratisi. In ballo ci sono i posti di governatore, vice-governatore della provincia e dei capi distretto e sindaci.
Tra i candidati figurano anche esponenti del GAM, il Movimento per Aceh libera, l’organizzazione che ha capeggiato dal 1976 al 2005 la guerriglia separatista e che oggi non ha potuto però presentarsi come partito politico. Alcuni dei suoi esponenti concorrono quindi come indipendenti; un traguardo storico anche questo, per un Paese dove la partecipazione alle elezioni è consentita solo all’interno di liste di partito.
Chiuse da poche ore le urne è già cominciato lo spoglio delle schede, monitorato da 80 osservatori dell'Unione europea e da un numero inferiore di statunitensi. Più di 10 mila i poliziotti sono impiegati per garantire l’ordine. In conferenza stampa questa mattina Susilo ha ringraziato tutti “per il pacifico clima in cui si sono concluse le elezioni locali ad Aceh”. Unici casi da registrare: due piccoli ordigni esplosi senza conseguenze nel nord e nell’est della provincia.
Analisti temevano possibili scontri tra le fazioni interne allo stesso movimento degli ex ribelli, divisi tra chi sostiene la leadership riparata in Europa durante la guerra e chi appoggia i comandanti rimasti in patria.
Ad Aceh, la provincia dove la religione islamica assume i tratti più radicali nel Paese, il conflitto indipendentista ha visto combattere il Gam - che chiedeva l’indipendenza da Jakarta - e le squadre speciali dell’esercito indonesiano. La guerra ha causato almeno 15 mila morti, per la maggior parte civili. La devastazione provocata dallo tsunami e la necessità di far arrivare alla zona gli aiuti hanno aperto la strada all’accordo di pace, prima neppure immaginabile.