Accuse al ministro della pesca: non si cura della sorte dei pescatori prigionieri in India
Colombo (AsiaNews) – “Irresponsabile”, “superficiale” , “giocherellone” con le donne, ma soprattutto incurante della sorte dei pescatori che da 7 mesi sono prigionieri nelle carceri indiane delle Andamane: sono queste alcune delle accuse che i pescatori dello Sri Lanka, le loro famiglie e l’organizzazione World Forum for Fisher People (Wffp, Forum mondiale dei pescatori) rivolge al ministro Felix Perera per le tante promesse non mantenute e per l’ostruzionismo verso il segretario generale del Wffp, Herman Kumara.
Dall’8 febbraio 2009, 51 pescatori della costa occidentale dello Sri Lanka sono in prigione nelle isole Andamane (India) per aver sconfinato con le loro reti da pesca nelle acque indiane. Le famiglie dei pescatori e le organizzazioni del settore si sono rivolti in tutti questi mesi al ministro Perera il quale ha promesso che in poche settimane tutto sarebbe andato a posto; poi ha fatto capire che non vuole essere invischiato; poi ha evitato alcuni appuntamenti chiarificatori con le famiglie dei prigionieri; infine ha accettato di parlare con i pescatori, ma ha preteso che fosse escluso il battagliero Herman Kumara.
Herman Kumara (v.foto) è anche fra gli organizzatori della campagna per liberare i pescatori, insieme alla Nafso (National Fisheries Solidariety), che raccoglie molti iscritti fra gli oltre 700 mila pescatori dello Sri Lanka.
Commentando l’incontro avuto col ministro lo scorso 9 ottobre, Kanthi, una pescatrice, afferma: “Non riesco a capire come fa certa gente a diventare ministro. All’incontro ha solo giocato dicendo battute verso le donne pescatrici. Senza parlare del suo comportamento cattivo che ha escluso il nostro leader Kumara”.
Da parte sua il ministro ha detto che ci vorrà ancora un mese per liberare i pescatori prigionieri.
04/11/2011
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