Accordo con Microsoft per promuovere tecnologia per computer in Vietnam

New New York (AsiaNews/Agenzie) - Un accordo per promuovere la tecnologia dei computer in Vietnam è stato raggiunto tra il primo ministro di Hanoi, Phan Van Khai e Bill Gates, proprietario di Microsoft. L'accordo, stipulato nella sede della Microsoft a Seattle, nel corso della prima visita negli Usa del leader vietnamita, prevede la formazione di insegnanti ed il sostegno alla diffusione della tecnologia del settore in Vietnam.

Attualmente internet è fortemente controllato dalle autorità comuniste. Nell'agosto dello scorso anno fu annunciata la creazione di uno speciale corpo di polizia per "garantire la sicurezza della rete" in Vietnam. La nuova unità di polizia è stata creata per investigare crimini via internet e frenare la diffusione di informazioni proibite. Sono considerate tali le idee democratiche e per aver parlato delle proprie convinzioni democratiche ci sono state varie condanne.

Su una popolazione di 81 milioni di persone, sono circa 5 milioni i vietnamiti che usano abitualmente la rete. Di solito, a causa dei costi elevati del servizio, i vietnamiti si connettono da internet café, i gestori dei quali devono registrare tutti i dati dell’utente, le visite a siti giudicati inappropriati e farne rapporto alle autorità. I dissidenti utilizzano spesso internet per far circolare informazioni sulla situazione dei diritti umani e della libertà nel Paese. Secondo il rapporto annuale di Réporter sans frontières, nel 2003, i cyber-dissidenti sono stati l’obiettivo più colpito delle repressioni governative.

Alla fine del luglio 2004, ad esempio, Nguyen Dan Que, uno dei più noti attivisti per la democrazia in Vietnam, è stato condannato a 2 anni e mezzo di carcere per "abuso di libertà democratiche anti-governative". Aveva inviato via internet, ad un parente negli Stati Uniti, un documento in cui sosteneva la necessità di riforme politiche e garanzia per i diritti umani. L’articolo 69 della Costituzione garantisce la libertà di stampa, ma prevede pene per la diffusione di segreti di Stato o informazioni che minacciano la sicurezza nazionale.