Abissale crisi economica: manca anche il pane
Ci sono località dove il pane non si trova più da oltre un mese. La polizia deve intervenire per disperdere i mendicanti dalle strade. Spesso si assiste a violente liti di strada tra i ragazzi e i bambini per un pezzo di pane.
Mosca (AsiaNews) - Già da più di tre settimane i negozi statali del Velayat (provincia) di Mary, nella zona sudorientale del Turkmenistan, hanno smesso di vendere il pane al prezzo fisso statale. Ormai lo si può acquistare solo dai privati a prezzi astronomici. La crisi economica mondiale sta toccando livelli drammatici nel Paese centrasiatico ai confini con l’Afghanistan, tanto che la polizia deve intervenire per disperdere i mendicanti dalle strade.
Un abitante di Mary racconta ai corrispondenti di Radio Azatlyk: “Ogni mattina all’alba la gente si mette in fila davanti ai panettieri statali, nella speranza di riuscire a ottenere qualche pagnotta”. Ci sono località della zona come Bayramaly, dove il pane non si trova più da oltre un mese. Nelle bancarelle dei privati il filone di pane costa da 6 a 9 manat invece di uno (50 centesimi di euro).
Oltre al pane, nei negozi mancano altri prodotti alimentari e generi di prima necessità. In generale mancano tutti i prodotti a basso costo “calmierato” dallo Stato. Sei uova costano 5 manat dai privati, e sono raddoppiati anche i prezzi della farina, a causa delle crescenti difficoltà e costi di trasporto.
Al mercato di Bayramaly un venditore spiega: “La farina arriva dalla capitale Ashgabad, e la dobbiamo comprare a 600 manat per 50 kg invece di 400; le uova da 1,5 manat le paghiamo 3,5, ma soprattutto dobbiamo distribuire le mazzette a tutte le guardie dei posti di controllo, che vogliono ogni giorno di più”. I prodotti aviari e le uova diventano sempre più cari anche per la mancanza di mangime per il pollame, con il rincaro del mais e di tutti i cereali.
Aumenta anche il valore del dollaro e dell’euro al mercato nero. Ciò porta a ulteriori svalutazioni del manat locale e alla sempre minore capacità di spesa delle famiglie. La polizia è costretta a occuparsi di continuo di folle che vagano per le strade, rovistando nei cassonetti della spazzatura, e di un numero crescente di mendicanti e senzatetto. Molti di questi sono donne e bambini. Le forze dell’ordine cercano di individuare e fotografare queste persone, per svolgere con loro una “opera di rieducazione”.
Ad alcune di queste persone viene proposto di indossare l’uniforme degli spazzini e aiutare nella raccolta dei rifiuti, con la promessa di poter trattenere qualcosa di commestibile o riutilizzabile. La polizia spiega che “tutti questi mendicanti faranno meno impressione, se indosseranno l’uniforme dei servizi comunali”. Molti raccolgono anche vetro, plastica e cartone, cercando di raggranellare soldi proprio per comprare l’uniforme comunale, che costa 24 manat.
Moltissimi bambini tra i 5 e i 12 anni girano per le strade con secchi e stracci, in cerca di macchine da pulire per un manat. Molti di loro non solo hanno smesso di andare a scuola, ma dichiarano perfino di non sapere che cosa essa sia. La polizia minaccia di arrestare le loro madri, se non li manderanno a scuola. Un bambino ha raccontato ai giornalisti che “la mamma ha risposto: magari, così potremo mangiare tutti i giorni”.
Ai funerali e matrimoni è ormai normale venire con i propri recipienti di scorta, per riuscire a portare via quanto più cibo possibile, almeno il pane e i dolci. Molti partecipano alle cerimonie insieme ai propri figli, per poterli sfamare. Spesso si assiste a violente liti di strada tra i ragazzi e i bambini per un pezzo di pane.
La crisi economica ha provocato non solo la mancanza di cibo e l’arresto della produzione in generale, ma anche uno stato di “disoccupazione totale”. Il governo non vuole ammettere la gravità della situazione: il Turkmenistan è uno dei Paesi più isolati e refrattari agli interventi esterni, ma la popolazione è ormai allo stremo.
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