A giudizio chi antepone i diritti umani alle Olimpiadi
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – E’ iniziato oggi il processo contro Yang Chunlin, accusato di “istigazione alla sovversione contro lo Stato”, per avere promosso una petizione che dice che i diritti umani sono più importanti della Olimpiadi. Intanto nella polemica per il Darfur la Cina usa toni sempre più duri.
Yang, operaio disoccupato di Jiamusi (Heilongjiang), è detenuto da luglio perché, aiutando alcuni rurali a redigere una petizione per terre espropriate, ha scritto che: “noi non abbiamo bisogno delle Olimpiadi, abbiamo bisogno di diritti umani”. Inoltre ha messo su internet scritti critici verso il Partito comunista. Il suo legale, Li Fangping, dice che Yang ha il diritto di criticare i poteri pubblici. Ma altre due persone, Yu Chanqwu e Wang Guilin, che pure hanno sostenuto le richieste dei contadini, sono stati condannati a 18 mesi di detenzione nei campi di "rieducazione tramite lavoro".
Il giudice ha disposto che il processo si svolga a porte chiuse perché riguarda “segreti di Stato”, non è potuta entrare nemmeno la sorella Yang Chunping, che denuncia di non avere potuto neppure visitare il fratello in prigione.
Intanto, Pechino continua ad accusare di malafede chi critica la sua politica verso il Darfur, dopo la rinuncia di Steven Spielberg a collaborare con l’organizzazione dei Giochi motivata con lo scarso intervento della Cina per fermare il massacro lì in atto.
Liu Naiya, dell’Istituto di studi per l’Asia occidentale e l’Africa, ritiene che le “cosiddette organizzazioni che tutelano i diritti umani” sono, in realtà, sostenute da governi e da ditte occidentali e vogliono solo “danneggiare l’immagine della Cina, perché non vogliono che acquisti maggiore influenza internazionale o una migliore reputazione”. Sbandierano i diritti umani “solo per esprimere la loro scontentezza per i crescenti rapporti della Cina in Africa”. Il China Youth Daily dice che Spielberg “è una persona che vive del tutto nel suo mondo di fantascienza e non sa distinguere i sogni dalla realtà”.