A Son La, dove è vietato celebrare il Natale
di Thuy Huong
Nella città le autorità vietano ogni manifestazione religiosa, perché “non ci sono fedeli”. Ma solo i cattolici sono almeno tremila. Nel 2004 un sacerdote che tentò di andare a dire messa fu subito arrestato, ma la gente si riunì davanti alla prigione.
Hanoi (AsiaNews) – A Son La, 300 chilometri a nordest di Hanoi, nella regione degli altipiani vietnamiti, anche quest’anno non si è potuta celebrare la messa di Natale. Per impedire ai cattolici di riunirsi, in segreto, in abitazioni private, la notte di Natale è anche stato imposto il coprifuoco.
La situazione va avanti, più o meno allo stesso modo, da anni, da quando, nel 2004, il vescovo Anthony Vu Huy Chuong, della diocesi di Hung Hoa inviò una petizione allle sutorità locali, chiedendo il permesso per i sacerdoti cattolici di celebrare messa almeno due volte l’anno, per Natale e Pasqua. L’allora capo del Fronte patriottico, Nguyen The Thao, respinse la petizione, con l’affermazione che “non essendoci attualmente fedeli a Son La, non c’è bisogno di tali servizi”. La dichiarazione di Thao era non solo una evidente violazione della libertà religiosa in Vietnam ed una evidenza dello sforzo delle autorità di ostacolare l’impegno missionario della Chiesa, ma anche una manifesta bugia, visto che in quel periodo a Son La c’erano almeno tremila cattolici di 40 diverse etnie e la Chiesa ha documenti dell’esistenza, già nel 1985, di 700 famiglie cattoliche.
Da allora, malgrado gli sforzi della Chiesa, per partecipare alla messa i cattolici sono costretti a recarsi, con grandi difficoltà, nelle province vicine. Il no alle attività religiose è stato ufficialmente comunicato nel maggio 2006, con la comunicazione CV 1336/CV-UBND.
In alternativa, le riunioni di preghiera si svolgono in luoghi nascosti, negli scantinati (nella foto) delle abitazioni private o di negozi e la notizia delle vietate riunioni vengono passate di bocca in bocca, per evitare rappresaglie.
Né vengono trattati meglio i sacerdoti che si recano nella zona per svolgere la loro attività pastorale: mettono sempre a rischio la loro sicurezza e la loro dignità, a causa delle vessazioni che le autorità mettono in atto contro di loro. La gente del posto ricorda bene ciò che è successo a Natale dell’anno scorso, quando padre Joseph Nguyen Trung Thoai tentò di celebrare la messa. La polizia venne a sapere, in anticipo, del suo arrivo, e lo prese subito in custodia, mentre tentava in ogni modo di scoraggiare i fedeli dal celebrare in modo formale e significativo la nascita di Gesù.
Padre Joseph fu imprigionato, ma non venne lasciato solo. I suoi fedeli si riunirono fuori dal centro di detenzione per chiederne il rilascio. La celebrazione fu rovinata, ma lo spirito natalizio era fra loro e vissero insieme l’amore di Gesù.
Da quando Thao Xuan Sung è divenuto il capo del Partito comunista della provincia, insieme con il suo vice, Hoang Chi Thuc, hanno trasformato Son La in una provincia autonoma di modello cinese, strettamente aderente all’ideologia stalinista-maoista e ciò l’ha resa la peggiore del Vietnam per la libertà di religione. La sorveglianza più stretta è applicata alle attività religiose dei cattolici, mentre si mettono in atto pesanti pressioni per spingere i fedeli ad abbandonare la religione, per continuare ad avere sostegno finanziario dagli aiuti esteri o i servizi necessari per vivere, come acqua potabile o elettricità. Ai cattolici viene anche chiesto un impegno a non riunirsi nella loro casa per attività religiose.
L’anno scorso sembrò che le cose potessero migliorare. Ci fu l’inattesa visita di un rappresentante dell’Unione Europea ed anche del presidente vietnamita al vescovo Anthony Vu Huy Chuong, durante la quale egli disse al responsabile del Comitato centrale per la religione, Thi, di “risolvere rapidamente la questione”. All’inizio del 2007, un alto finzionario dell’Agenzia centrale per la sicurezza disse a padre Thoai “certamente potrette svolgere i vostri compiti come vedrete, a differenza di quanto accaduto nel 2005 e nel 2006”.
Ma non c’è segno che le parole del governo siano state seguite dai fatti. Alcuni fedeli hanno raccontato a VietCatholic News che per la prima volta i cattolici sono riuciti a riunire quasi 500 fedeli nello scantinato di un’autofficina, in anticipo sulle celebrazioni natalizie. Agenti in borghese sono comparsi come al solito, ma quest’anno i loro abusi verbali sono sembrati più sottili e meno brutali del passato. In tutti i modi erano determinati a prevenire riunioni di massa e hanno rafforzato i controlli su qualsiasi persona di altre zone che volesse unirsi alle celebrazioni a Son La. E’ una politica che viene portata avanti da metà novembre. E le petizioni dei fedeli continuano ad essere respinte con l’affermazine che “non c’è necessità di servizi religiosi a Son La”.
Celebrare il Natale sembra destinato a restare un sogno lontano per i tutti i cristiani di Son La.
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