A Shenzhen 3 mila operai protestano contro lo sfruttamento
Salari bassi, straordinari non pagati, multe per pause troppo lunghe al bagno.
Hong Kong (AsiaNews/SCMP) Da ieri circa 3 mila operai protestano a Shenzhen fuori di una fabbrica di componenti elettronici per criticare le dure condizioni di lavoro e le paghe bassissime.
Gli operai, che lavorano nella ditta Computime, una joint-venture fra Hong Kong e Cina Popolare, ieri hanno bloccato la porta di entrata e la strada. A traffico bloccato, è intervenuta la pllizia con oltre 100 agenti e vi sono stati tafferugli fra operai e poliziotti.
Gli operai protestano perché il loro salario è più basso del minimo stabilito dal governo e perché sono obbligati a lavorare per lunghe ore senza o quasi alcun compenso.
"Il nostro salario base è solo di 230 yuan [circa 28 dollari USA ] al mese" ha dichiarato un manifestante. "Dobbiamo lavorare 14 ore al giorno, per 7 giorni alla settimana. La paga per lo straordinario è di 2 yuan all'ora. Non possiamo nemmeno vivere con un salario simile!".
Nel Guangdong, il minimo stabilito dal governo è di 574 yuan mensili. Shenzhen è una delle città più ricche della Cina e il costo della vita è relativamente più alto che nel resto del Paese. "Una porzione di cibo ci costa 12 yuan. I soldi che prendiamo ci bastano a malapena a comprarci da mangiare", ha detto un altro lavoratore.
Gli operai affermano di essere costretti a lavorare per lunghe ore senza una pausa: "Ogni volta che vai al bagno dice uno di loro devi chiedere al caposquadra, poi firmare sulla lista. Se passi più di 5 minuit nel bagno, ti mettono la multa". A causa dei lunghi periodi di lavoro, molti impiegati della ditta si sono ammalati, ma hanno continuato a lavorare, senza potersi curare perché la ditta si rifiuta di pagare le spese sanitarie. "Mi sono rotto una gamba in un incidente sul lavoro confessa un operaio mostrando la sua ferita ma ho dovuto continuare a lavorare altrimenti avrei perduto il posto".
Molti di questi operai sono migranti provenienti da povere regioni dell'interno. Essi giungono a Shenzhen nella speranza di guadagnare soldi da inviare alle loro famiglie, che vivono sulla soglia della povertà.
Computime ha 4 mila persone assunte ed è una joint venture fra un imprednitore di Hong Kong, Auyeung Pok-hong, e una ditta cinese. Gli operai affermano che il loro padrone di Hong Kong li tratta bene, ma i loro salari sono stati "rubati" dagli amministratori della Cina Popolare.
"Il sig. Auyeung dicono dà 600 dollari di Hong Kong [circa 600 yuan] al mese per ogni operaio, ma di fatto noi ne riceviamo solo 230".
Un portavoce di Computime nega che la ditta paghi un salario minore della quota minima fissata dal governo. E nega che gli operai lavorino senza il permesso di prendere delle pause. Egli ha detto che sono in atto colloqui fra l'amministrazione di Computime e i rappresentanti degli operai. Anche il governo locale di Shenzhen ha inviato rappresentanti per cercare di risolvere l'incidente.
La situazione degli operai della Computime è molto simile a quella di altri lavoratori migranti in Cina.
20/10/2020 12:20