A Shanghai il nuovo anno politico inizia con grandi speranze di cambiamenti
Shanghai (AsiaNews/Agenzie) – Si apre oggi l’annuale sessione dell’Assemblea del popolo (il parlamento) di Shanghai. La città cinese leader nell’economia si confronta con le molte contraddizioni e i problemi irrisolti, dopo la cacciata per corruzione del boss locale, Chen Liangyu, nel settembre 2006, accusato di avere distratto i fondi pensione per fare speculazioni private.
Lo scandalo ha coinvolto più di 25 leader politici e industriali e da allora ci sono stati tre diversi segretari del Partito comunista. I cambiamenti politici in atto rendono più attesa l’assemblea, spesso chiamata solo a ratificare decisioni già prese altrove.
E’ la prima volta per il neoeletto Hong Gang, lavoratore migrante presso i cantieri navali, che al South China Morning Post racconta la speranza di “poter meglio collegare” i bisogni della popolazione alle decisioni dei funzionari. Di recente migliaia di persone sono scese in piazza per giorni, per protestare contro la decisione di prolungare la ferrovia a levitazione magnetica facendola passare attraverso i loro quartieri. I residenti sono preoccupati per le emissioni di onde elettromagnetiche e il governo ha deciso la ripresa dei lavori senza prima consultarli.
Nella relazione sul lavoro dell’ultimo anno il sindaco Han Zheng, in predicato per essere confermato, si prevede che parlerà di una crescita superiore al 10%, per il 16mo anno consecutivo, e del problema crescente dell’inflazione, con l’indice per i prezzi al consumo cresciuto in città del 5,2% dal novembre 2006 al novembre 2007 e i forti aumenti del costo degli alimenti. La città continua a crescere e realizza nuove ambiziose strutture per l’attesa Esposizione mondiale del 2010: negli ultimi 2 mesi, tra l’altro, ha completato 3 linee metropolitane e annunciato il progetto di realizzare un’isola artificiale nella baia di Hangzhou.
Ma restano irrisolti i problemi dei 3 milioni di migranti che vivono stabilmente in città, molti con le famiglie. Ieri Yin Houqing, vice direttore della Commissione educativa di Shanghai, ha annunciato che entro il 2010 saranno chiuse oltre 240 scuole non autorizzate, frequentate da 380mila figli di migranti, “per integrarli nel sistema d’istruzione pubblico”. Secondo il progetto, le scuole primarie (per i bambini fino a 11 anni) saranno comprese nel sistema pubblico, se rispondono ai necessari requisiti come l’impiego di insegnanti con abilitazione legale e con almeno 5 anni di esperienza. Le scuole medie (per i bambini da 12 a 15 anni) saranno riconosciute. Il governo dice che ha stanziato 30 milioni di yuan annui dal 2004, per sostenere e migliorare le scuole per migranti.
La notizia ha creato attesa tra i migranti, che aspettano di vedere i risultati ma già sperano di poter presto avere “migliori istituti e migliori mezzi didattici”.