05/10/2004, 00.00
COREA DEL NORD
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A Pyongyang si costruisce una chiesa ortodossa russa

di Pino Cazzaniga

Molti si domandano se sarà solo "una chiesa di facciata" o "riservata agli stranieri". Intanto 4 nordcoreani studiano nel seminario del Patriarcato di Mosca.

Pyongyang (AsiaNews) - A Pyongyang sono in fase avanzata i lavori per la costruzione di una chiesa ortodossa. La notizia è stata trasmessa dall'agenzia svedese Forum 18 News Service dopo aver intervistato padre Dionisy Pozdnyayev, un sacerdote ortodosso del Patriarcato di Mosca, che, su invito del governo nord-coreano, esercita il ministero per gli stranieri ortodossi che vivono nella capitale. Il presidente del comitato ortodosso della Corea del nord, intervistato dall'agenzia-stampa russa RIA Novosty, ha detto che l'iniziativa di costruire la nuova chiesa è stata presa dal governo che ha pure provveduto buona parte dei fondi per realizzarla.

Nella capitale coreana esistono già due chiese protestanti e una cattolica, ma molti sospettano che si tratti di "chiese di facciata" a beneficio dei visitatori stranieri, senza servizio religioso regolare. Non è chiaro se le autorità governative permetteranno alla popolazione locale di assistere alle cerimonie o se la nuova chiesa sarà riservata agli ortodossi stranieri residenti nella Corea del nord.

Il 24 giugno 2003 l'arcivescovo ortodosso Kliment Kapalin ha benedetto il terreno destinato alla erigenda chiesa. Le dichiarazioni ufficiali fatte in quella circostanza rivelano le intenzioni delle varie parti. Secondo quanto ha riferito padre Dmitry Petrovsky, membro del dipartimento-esteri del Patriarcato di Mosca, i rappresentanti del governo nord-coreano avrebbero detto che era importante per i fedeli ortodossi in Pyongyang avere l'opportunità di praticare la loro fede e avrebbero espresso la speranza che la costruzione della chiesa contribuisse a rafforzare i legami tra la Russia e la Corea del nord. Ma per l'ambasciatore russo Andrei Karlov la chiesa segnerebbe pure "il ritorno dell'Ortodossia in Corea dopo una lunga interruzione"  

Qualche mese prima anche Jang Jae-on, presidente del comitato dei religionisti (gruppo governativo), durante una visita alla diocesi di Vladivostock ha reso noto che la costruzione della nuova chiesa era stata voluta come segno dell'amicizia russo-coreana. Secondo quanto ha riferito l'agenzia russa Vremya Novostei nell'ottobre del 2002, padre Dionisy ha detto che: "se le autorità della Corea del nord non si oppongono, risponderemo ai desideri dei coreani che volessero visitare la chiesa" e ha aggiunto che Jang Jae-on ha promesso di fare tutto il possibile perché il popolo coreano si familiarizzi con l'Ortodossia.

All'inizio del secolo scorso circa 10.000 coreani si erano convertiti all'Ortodossia grazie all'attività di missionari russi a Seoul, a Wonsan (ora città nella corea del nord) e in parecchi villaggi. Il dominio giapponese, prima, e la dittatura di stampo stalinista nel nord, poi, hanno interrotto lo sviluppo dell'evangelizzazione. L'attività è ripresa nella Corea del sud dove ora ci sono quattro chiese ortodosse. Forse non è ingenuo sperare che la costruzione della nuova chiesa "segni un ritorno dell'Ortodossia" anche al nord. "Il comitato degli ortodossi costituito dal governo nel 2002 e', secondo padre Dionisy, un segno del riconoscimento ufficiale dell'Ortodossia.

Si sa anche che nel seminario teologico del Patriarcato di Mosca studiano quattro giovani nord-coreani. Pare che non siano discendenti degli antichi ortodossi della penisola. "L'Ortodossia, ha detto padre Dionisy, non è nelle tradizioni delle loro famiglie. Tutti e quattro sono giovani colti che parlano russo, inglese e giapponese. I maestri sono contenti dei loro progressi ed è possibile che diventino sacerdoti". Petrovsky, intervistato da Reuters, ha detto che i quattro si concentrano specialmente nello studio della lingua russa, compresa la slavonica usata nella liturgia, e del catechismo per preparare al battesimo. Si sa, inoltre, che due studenti russi, provenienti dall'accademia teologica di Mosca, frequentano corsi di lingua e cultura coreana all'università Kim Il-sung di Pyongyang.

La Chiesa, ha detto il Papa, respira con due polmoni: il cristianesimo di occidente e quello d'oriente. L'auspicio è che i due polmoni respirino concordi per l'evangelizzazione del popolo della Corea del nord la cui fame spirituale non e' meno imperiosa di quella materiale.

 

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