A Pechino scarseggia l’acqua, mancherà anche per le Olimpiadi
La capitale non copre il fabbisogno idrico e nell’estate 2007 le piogge sono state scarse. Ora il governo centrale vuole prendere l’acqua dalle province vicine, a danno dell’agricoltura già in crisi. Esperti: si sono spesi miliardi di dollari per i grandi impianti, ma non si è risolta la carenza idrica.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Pechino non ha abbastanza acqua e il governo centrale chiede a Shanxi ed Hebei di deviare le loro riserve idriche, senza le quali potrebbero essere in pericolo le Olimpiadi 2008. Ma le province non sono d’accordo perché prevedono gravi danni alle coltivazioni e temono che nessuno indennizzi gli agricoltori.
Ad agosto a Pechino le piogge sono state inferiori di circa il 50% rispetto al 2006 e il livello dei bacini Guanting e Miyun – principali riserve d’acqua – è basso. La riserva idrica è diminuita di 120 milioni di metri cubi rispetto a un anno fa, circa il 10%, e la stagione delle piogge è finita. Gu Hao, ministro delle Risorse idriche, assicura però che non ci saranno problemi per le Olimpiadi e che ogni anno la città già prende acqua dalle province vicine. Per cui basterà prendere “appena un altro po’ d’acqua. Non è nulla, a confronto con il consumo mastodontico di Pechino”. Pechino dispone di 300 metri cubi d’acqua annui per abitante, molto meno dei 1.000 metri ritenuti necessari.
Da anni ci sono prelievi forzosi di acqua dall’Hebei e dallo Shanxi, che pure già ne scarseggiano. La situazione è peggiorata per l’aumento dell’inquinamento e la crescita della popolazione – soprattutto per i molti migranti “non residenti” – causati dalle opere olimpiche. La deviazione d’acqua Sud-Nord verso Pechino non è ancora completata e si stima potrà portare non più di un miliardo di metri cubi d’acqua, insufficienti per i 15,81 milioni ufficiale di residenti già a fine 2006. Il vicesindaco Niu Youcheng ha ammesso che la penuria d’acqua è il principale fattore che limita lo sviluppo della città.
Ma l’estate è stata secca anche in Hebei e Shanxi, che già debbono dare 45 milioni di metri cubi d’acqua entro fine ottobre. In parte dello Shanxi da aprile la produzione di grano è stata ridotta della metà, per la mancanza d’acqua. Nell’Hebei, a maggio a oltre 500 mila contadini è mancata l’acqua. Un funzionario idrico dello Shanxi osserva che ogni ulteriore richiesta può compromettere i raccolti di milioni di contadini e che “se gli abitanti rurali lo scoprono, c’è il rischio di proteste di piazza”. Zhang Bozi, direttore dell’Ufficio per il bacino Gangnan, dice che anche nell’Hebei c’è penuria d’acqua, specie nella piana di Jizhong dove le riserve sotterranee sono state sfruttate in modo eccessivo. Prevede danni certi alle coltivazioni, specie nelle zone basse “dove il bisogno d’acqua è grande e non siamo mai sicuri di poter soddisfare la richiesta”. “Il governo deve valutare i danni causati ai contadini per il prelievo e stabilire indennizzi”.
Esperti osservano che a Pechino lo sforzo del governo si è concentrato sulla realizzazione di grandi opere e sull’organizzazione del periodo olimpico, senza preoccuparsi di cosa succederà dopo ai residenti. Per l’acqua, come per l’inquinamento dell’aria e per il traffico, non c’è stato alcun miglioramento in questi anni e sono stati approntati solo piani “d’emergenza” per le poche settimane dei Giochi.
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