10/07/2008, 00.00
AFGHANISTAN
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A Kabul cala la sicurezza, aumentano le stragi fra minori e popolazione civile

Solo nell’ultima settimana il conflitto fra truppe alleate e milizie islamiche ha causato oltre 250 fra morti e feriti. Nel mirino i bambini, usati dai talebani come “kamikaze o per azioni paramilitari” mentre la polizia li sfrutta a “fini sessuali”.

Kabul (AsiaNews/Agenzie) – Nell’ultima settimana almeno 250 civili sono morti o hanno riportato gravi ferite negli scontri fra l’esercito governativo e le milizie ribelli talebane. La denuncia arriva da un’inchiesta della Croce Rossa internazionale, che invita “entrambe le parti” a salvaguardare la vita della popolazione inerme. Dati preoccupanti, avallati anche da una nota fornita dalla NATO secondo la quale oltre 900 persone, molte delle quali civili, hanno perso la vita dal gennaio 2008 a oggi nel Paese.

Il 7 luglio scorso un attentatore suicida a Kabul ha compiuto una vera e propria mattanza uccidendo più di 40 persone, mentre due raid aerei degli alleati hanno causato una dozzina di vittime nell’arco del fine settimana. Il problema della sicurezza per la popolazione civile appare sempre più stringente in Afghanistan, tanto che il presidente Karzai in persona ha più volte chiesto all’Alleanza atlantica di prestare “maggiore attenzione” nel corso degli attacchi.

Secondo il documento pubblicato dalla Croce Rossa “i civili non devono diventare bersagli” a meno che non abbiano un “ruolo attivo nel conflitto”, mentre le Nazioni Unite lanciano l’allarme evidenziato che il numero dei morti fra la popolazione è cresciuto del 75% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Al  diffuso senso di insicurezza fra la gente, si aggiunge il dramma dei bambini, i più segnati dal conflitto che ancora oggi insanguina il Paese: “Ci vorrà molto, molto tempo prima che i bambini tornino a sorridere”, confessa Radhika Coomaraswamy, inviato speciale dell’agenzia Onu per i bambini coinvolti nei conflitti armati. “La guerra ha ucciso, menomato o traumatizzato un numero sempre crescente di minori” e la tendenza dei talebani pare quella di “sfruttare persino i più piccoli come kamikaze” o coinvolgerli “in azioni paramilitari di vario genere”. Un’accusa che viene rivolta anche alla polizia nazionale afgana, la quale perpetra “violenze sessuali sui minori”, un comportamento che “andrebbe sradicato” secondo la portavoce Onu.

I più fortunati fra i bambini riescono a seguire le lezioni scolastiche – circa 6milioni nel Paese, il 40% dei quali femmine – ma negli ultimi 18 mesi anche gli istituti hanno subito pesanti conseguenze a causa della guerra: secondo dati UNICEF, nel corso dei 311 attacchi confermati a scuole primarie o secondarie sono morti 84 fra studenti, personale docente e dipendenti, mentre i feriti sono 115. Molti gli istituti che hanno chiuso i battenti per motivi di sicurezza.

Nel frattempo un documento elaborato dall’agenzia Onu per l’infanzia denuncia che in Afghanistan si registra il secondo tasso di mortalità infantile al mondo dopo la Sierra Leone, con 165 decessi ogni 1000 parti. La commissione indipendente afgana per i diritti umani (AIHCR) ha pubblicato lo scorso aprile i dati di un’inchiesta in base alla quale il 42% dei 2.250 minori intervistati dice di “non avere accesso alle cure mediche di base”.

 

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