A Jolo si temono violenze dei militari. Manila: gli ostaggi sono ancora vivi
di Santosh Digal
La popolazione teme colpi di mano del’esercito dopo la dichiarazione dello stato di emergenza. Il governo assicura di fare “qualsiasi cosa” per la liberazione degli operatori della Croce rossa internazionale.
Manila (AsiaNews) – La popolazione di Sulu, provincia nel sud delle Filippine, teme abusi e violenze di polizia ed esercito dopo la dichiarazione dello stato di emergenza nella zona. A lanciare l’allarme è il vicario apostolico di Jolo, mons. Angelito Lampon, degli Oblati di Maria Immacolata, che riferisce del clima di ansia e preoccupazione che si respira tra la gente. Dal governo filippino arriva intanto la conferma che i tre ostaggi nelle mani di Abu Sayyaf sono ancora vivi.
Ieri il gruppo terrorista ha minacciato di uccidere uno degli ostaggi in caso di mancato ritiro dei militari dall’isola. In risposta il governatore di Sulu, Abdusakur Tan, ha dichiarato lo stato di emergenza, imponendo “il coprifuoco dalle 9 di sera alle 4 del mattino”.
I terroristi hanno posticipato di tre ore l’ultimatum, poi è calato il silenzio sulla loro sorte dell’italiano Eugenio Vagni (39 anni), lo svizzero Andreas Notter (39) e la filippina Mary Jean Lacaba, dal 15 gennaio scorso nelle mani dei sequestratori.
Oggi l’esercito filippino ha arretrato la propria posizione, appostandosi attorno alla foresta e pronto a intervenire in qualsiasi momento per liberare gli ostaggi. Ronaldo Puno, Ministro degli interni, conferma che “i tre sono ancora vivi” e il governo “farà qualsiasi cosa per salvarli”.
Mons. Angelito Lampon riferisce che le autorità hanno predisposto una serie di punti controllo, per impedire ad altri gruppi armati di penetrare nell’area. Il governo ha infine disposto l’arresto di chiunque sia “sospettato di coinvolgimenti nel sequestro” o di “legami con i fondamentalisti islamici”.
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