26/01/2007, 00.00
SRI LANKA
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A Galle pescatori in piazza contro demolizioni forzate

di Melani Manel Perera
L’amministrazione locale ha ordinato di demolire 38 case usate dai pescatori come depositi per le loro attrezzature, ma senza preavviso e senza offrire un’alternativa. Dietro il provvedimento, il possibile tentativo di dare un’immagine “ripulita” della zona per ottenere finanziamenti ad un progetto di riqualificazione urbanistica.

Galle (AsiaNews) – A Galle, nello sud dello Sri Lanka, le autorità hanno demolito alcune delle costruzioni usate dai pescatori come depositi per le loro attrezzature, senza avvertirli, né offrendo una valida alternativa o risarcimento. Secondo i pescatori, l’iniziativa è legata ad un imminente appuntamento internazionale a Galle: con l’occasione l’amministrazione locale mira a dare un’immagine della città, “ripulita” dalle case dei poveri nel tentativo di ottenere i fondi necessari a realizzare un ambizioso progetto urbanistico.

Per protestare contro questi abusi ieri i pescatori hanno organizzato una manifestazione (nella foto) sulla spiaggia di Ratgama, la zona interessata. L’Autorità per lo sviluppo urbano di Galle ha stabilito di abbattere 38 costruzioni, ognuna contenente materiale per la pesca del valore di 5–15mila dollari. I pescatori, che vivono distanti dalla spiaggia, non potranno permettersi economicamente di spostare le loro attrezzature altrove, né di trasportarle ogni giorno dalle loro abitazioni al mare.

I partecipanti alla dimostrazione erano circa 500 tra uomini e donne. Alcuni di loro raccontano che il 24 gennaio “le autorità sono arrivate e hanno distrutto due delle nostre capanne e 6  box dove teniamo le barche, senza ascoltare le nostre suppliche; subito dopo ci hanno ordinato di sgombrare entro due ore”. Un attivista della comunità dei pescatori del sud, Titus, spiega ad AsiaNews: “Chiediamo all’Autorità per lo sviluppo urbano, perché ci sta facendo questo? Perché ci tratta come animali? Hanno stabilito dei piani sulle nostre proprietà senza nemmeno avvisarci o chiederci che ne pensavamo”. I manifestanti sono convinti che il governo voglia “ripulire” la zona in vista di una conferenza internazionale che si terrà a Galle il 28 gennaio; l’obiettivo è convincere i numerosi delegati stranieri che nella zona non esistono poveri o costruzioni abusive. “Ci vogliono cacciare per potere poi ottenere fondi necessari a finanziare una lussuosa riqualificazione urbanistica dell’area”, aggiunge Byris, 62 anni.

Le demolizioni colpirebbero circa mille persone della zona, che vivono grazie alla pesca in mare. Stime della comunità locale parlano di 135 barche di piccole dimensioni e altre 12 Vallam (un’imbarcazione tipica) che partono dalla spiaggia di Ratgama.

“Chiediamo che l’amministrazione ci fornisca spiegazioni, altrimenti siamo intenzionati a proseguire nella battaglia a difesa dei nostri diritti”, conclude un altro pescatore. I manifestanti hanno poi consegnato al responsabile del Consiglio urbano un memorandum che chiede di non demolire le costruzioni senza offrire un’alternativa. Il politico ha risposto di non sapere nulla di tale iniziativa.

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