A Chandor rivive il viaggio dei Re Magi, anche per i fuori casta
di Nirmala Carvalho
Si è svolta anche quest’anno la tradizionale processione dei tre Re. In passato appannaggio delle caste più alte, da diversi decenni ormai unisce tutto il villaggio al di là dell’appartenenza sociale.
Chandor (AsiaNews) – Una lunga processione, che riproduce l’arrivo dei Re Magi alla capanna di Gesù ha percorso le vie del villaggio di Chandor, sull’isola di Goa, per celebrare l’Epifania, il 6 gennaio. Si tratta di una tradizione antica, in passato appannaggio delle caste più alte, ma che da circa 60 anni coinvolge tutta la popolazione senza differenze sociali. E attira molti turisti per la magnificenza della celebrazione.
Fulcro della festa è la chiesa di Nostra Signora di Betlemme. Tre bambini, che rappresentano i Re Magi, si incontrano sulla vicina collina della Madonna della Pietà; i giovani, in groppa a cavalli, sono vestiti in abiti sfarzosi e indossano ognuno una corona. Accompagnati da familiari, amici e da una banda, i tre Magi scendono dalla collina verso la chiesa principale, dove si svolge la messa dell’Epifania.
Tutto il percorso della processione è decorato con palloncini e foglie di palma. I bambini più piccoli, in prima fila, urlano grida di saluto ai tre Re. I tre giovani Magi sono scelti dagli insediamenti di Kott, Cavorim e Gurdolim, che nel 1645 hanno aiutato a costruire la chiesa del villaggio; l’“incoronazione” è considerata una benedizione per la famiglia del piccolo prescelto. In tutto la processione e la celebrazione eucaristica sono durate tre ore. Questo non scoraggia i turisti, che arrivano a Chandor proprio per assistere a questo evento famoso .
Un noto storico di Goa, Olivinho Gomes, spiega che in passato la festa dei Tre Magi era celebrata solo dalle famiglie appartenenti alle caste più alte. “La spesa per partecipare ai festeggiamenti era ingente – racconta – perché includeva il cavallo, gli abiti da Re e un buffet per tutto il villaggio; solo i ricchi potevano permetterselo”. Quest’anno il costo della partecipazione si è aggirato introno alle 100mila rupie a bambino (circa 2.250 dollari).
Nel 1946 la Chiesa locale ha stabilito che alle celebrazioni partecipassero tutti senza differenze sociali. P. Tony Salema, il parroco, racconta che da allora “tutto il villaggio è invitato ad unirsi alla festa per l’Epifania”.
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