A Beirut sit-in pacifico in ricordo di Pierre Gemayel
A una settimana dall'assassinio i membri del Movimento del 14 marzo sfilano nella capitale fino alla tomba di Hariri. Dall'ex presidente Gemayel e dai leader musulmani sciiti e sunniti appelli per appoggiare la formazione del tribunale Onu.
Beirut (AsiaNews) Un sit-in pacifico in ricordo di Pierre Gemayel si è svolto oggi nel quartiere Jdeideh, Beirut nord, dove una settimana fa il ministro cristiano dell'Industria è rimasto vittima di un attentato. Fonti vicine agli organizzatori del raduno ribadiscono ad AsiaNews il carattere non violento della commemorazione, promossa dai compagni del giovane ministro e dal Movimento del 14 marzo. I partecipanti hanno sfilato con immagini del politico assassinato fino al centro della capitale, dove è stata accesa la lampada della libertà vicino alla tomba dell'ex premier Rafic Hariri, anche lui ucciso due anni fa.
Nella sua visita al presidente del Parlamento, lo sciita Nabih Berri, Amin Gemayel, ex capo di Stato libanese e padre della vittima, ha auspicato "un risveglio e una rinascita del Libano lontani dall'odio e dalla vendetta". Egli ha poi espresso piena fiducia nel tribunale internazionale, voluto dall'Onu, incaricato di indagare sulla morte di Hariri e rinnovato il suo appello, affinché vengano ripresi gli incontri del Dialogo inter-libanese, sospeso in seguito alle dimissioni dei ministri musulmani sciiti.
E un appello ad appoggiare la formazione del tribunale Onu è arrivata anche dai leader musulmani riuniti alla presenza del gran mufti sunnita del Libano, Mohamed Rashid Kabbani, e il vice presidente del Consiglio superiore sciita, Abdel Amir Kabalan. Nell'incontro gli esponenti religiosi hanno invitato ad appoggiare il tribunale internazionale Onu, unica via capace di rivelare a tutti la verità sulle violenze compiute in Libano e condannato l'assassinio di Pierre Gemayel, definito martire dell'unita nazionale.
Secondo fonti di AsiaNews, i leader musulmani incontreranno il Patriarca Sfeir e in un secondo momento il Segretario generale del Partito di Dio, Hassan Nasrallah, per studiare con loro il modo di risolvere i problemi sorti nel Paese negli ultimi due anni.