24/03/2009, 00.00
IRAN-USA
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A Beirut si parla di avvenuti incontri tra diplomatici americani e iraniani

Se confermata, la notizia diffusa da un quotidiano libanese darebbe ragione a chi sosteneva che la risposta apparentemente dura di Khamenei a Obama fosse motivata da ragioni di politica interna e indicasse in realtà una disponibilità al dialogo.
Beirut (AsiaNews) – Prove di dialogo, a Beirut, tra Stati Uniti e Iran. Citando fonti informate, il quotidiano al-Liwaa racconta di uno scambio di visite tra diplomatici dei due Paesi: il primo si sarebbe svolto nella sede diplomatica americana, nel quartiere periferico di Awkar, il secondo all’ambasciata di Teheran, che è nel più centrale Bir Hassan.
 
Le fonti citate dal quotidiano si sono rifiutate di fornire ulteriori informazioni su chi ha preso parte agli incontri o sui temi in discussione.
 
Se confermata, la notizia degli incontri in Libano darebbe ragione a quanti leggevano disponibilità nella risposta apparentemente dura della Guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, al videomessaggio inviato il 20 marzo del presidente Barak Obama agli iraniani, in occasione dei festeggiamenti per il Nowruz, il capodanno iraniano. In esso, in sostanza, Obama affermava di desiderare un futuro nel quale fossero superate i contrasti del passato – i rapporti diplomatici tra i due Paesi sono interrotti dal 1980 - e che il nuovo anno segnasse l’inizio di nuove relazioni con l'Iran, che però deve rinunciare ad ottenere rispetto internazionale attraverso il terrorismo o le armi, ivi compreso il contestato programma nucleare.
 
In risposta al messaggio di Obama, il 21 marzo, in un discorso alla folla riunita nella città santa di Mashhad e trasmesso in diretta tv, Khamenei ha in sostanza detto: ”se cambiate il vostro atteggiamento, cambieremo il nostro”. “Non sappiamo molto – ha affermato - del nuovo governo americano e del nuovo presidente. Lo osserveremo e lo giudicheremo”, ma finora, per l'ayatollah, l'Iran “non sta vedendo molti cambiamenti. Cos’è cambiato nella vostra politica? Avete rimosso le sanzioni? Avete smesso di sostenere il regime sionista? Diteci cosa avete cambiato. Non vediamo molti cambiamenti nelle parole del nuovo presidente. Le parole non bastano. Il cambiamento deve essere reale”.
 
Le parole di Khamenei sono state ritenute in realtà una mossa di politica interna, mentre il Paese si prepara ad eleggere un nuovo presidente. L’apertura di Obama, infatti, potrebbe servire all’ala moderata nel confronto con il fronte radicale. La richiesta di un alleggerimento nelle sanzioni e lo scongelamento dei beni, in tale ottica, sarebbe il segnale di una disponibilità al dialogo che le indiscrezioni circolate a Beirut confermerebbero. (PD).
 
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