A Beirut e Damasco si celebra "il giorno di Gerusalemme"
Decine di migliaia di persone in piazza nelle 2 capitali manifestano contro le accuse contro la Siria dei rapporti dell'Onu.
Damasco (AsiaNews) Oggi, ultimo venerdì del mese del "Ramadan", è il "giorno di Gerusalemme", appuntamento molto caro e forte per i musulmani del mondo, dedicato alla solidarietà con Gerusalemme, città molto cara ai musulmani, nella quale si trova la moschea di Al Aqsa. In molti Paesi la ricorrenza viene celebrata alla presenza delle massime autorità civili e religiose per sottolineare il posto privilegiato che occupa Gerusalemme, città della pace, nei cuori, soprattutto dopo l'occupazione della città, dichiarata capitale eterna d'Israele.
Le celebrazioni di quest'anno sono segnate dalle sofferenze che travolgono i cuori di molti arabi. In Siria, ad esempio, il gran mufti della Repubblica araba siriana, Ahmed El Hassoun ha rivolto davanti a decine di migliaia di persone raccolte nella piazza centrale di Damasco, un appello contro le "ingiustizie" e le "sfide" che sta affrontando la Siria in questo momento storico critico e delicato, nel quale "gli Stati Uniti con i loro alleati stanno cercando di imbrogliare le coscienze mediante delle accuse 'politiche'", ed ha rinnovato il suo appello per la liberazione di Gerusalemme da tutti i nemici di Dio e dell'Islam, criticando gli atti terroristici compiuti dagli israeliani con i loro alleati.
In Libano, più di centomila persone si sono stati radunate nel quartiere sciita di Beirut, (Beirut ovest) su invito di Hezbollah (Partito di Dio) filo-iraniano, alla presenza di rappresentanti delle autorità civili e religiose cristiane e musulmane. Il segretario generale di Hezbollah, cheikh Hassan Nasrallah, ha pronunciato un discorso carico di accuse contro gli americani e la comunità internazionale, divenuta, a suo dire, "schiava degli interessi dei potenti". Nasrallah ha ribadito il suo pieno appoggio alla "Sorella vicina, la Siria" ed ha espresso la sua convinzione della non complicità di Damasco nell'assassinio dell'ex-premier libanese Rafic Hariri, Egli ha denunciato la "pericolosità" di entrambi i rapporti dell'Onu, quello della commissione d'inchiesta del giudice tedesco Detlev Mehlis e quello dell'inviato speciale, Larssen, ed ha chiesto che si sappia "la verità sull'assassinio di Hariri, la verità che non è nel rapporto di Mehlis, ma è ancora nascosta nei cuori dei veri complici". Nassrallah ha espresso gratitudine verso gli amanti della vera pace tanto desiderata, non solamente in Libano ed in Siria, ma in tutto il mondo, che è in continua ricerca di una vera pace, durevole e sicura, mediante una soluzione giusta del problema palestinese.Il segretario generale di Hezbollah ha infine ripetuto la sua piena disponibilità per un incontro di tutte i componenti della Società libanese ed ha espresso totale rispetto per i valori comuni che legano i cristiani ai musulmani.
24/01/2006