A Beirut cristiani e musulmani condannano gli attentati di Londra
Beirut (AsiaNews) Il Libano condanna in maniera unanime gli attentati che ieri hanno colpito la città di Londra e denuncia "l'alterazione dell'insegnamento dell'Islam, che rigetta la violenza in tutte le sue forme".
Il presidente libanese, generale Emile Lahoud, ha comunicato ieri in una nota ufficiale "la solidarietà del popolo libanese col dramma che sta vivendo la Gran Bretagna". "Il Libano ha scritto Lahoud nei telegrammi inviati al premier britannico Blair ed alla regina Elisabetta II - scosso anch'egli dal terrorismo comprende il dolore della Gran Bretagna e persegue la sua azione in seno alla comunità internazionale per posare le fondamenta di una pace mondiale basata sul rispetto del diritto dei popoli a vivere in pace e sicurezza".
Mohammad Hussein Fadlallah, guida spirituale sciita del Paese dei cedri, ha detto ad AsiaNews di "condannare gli attentati, che costituiscono crimini che nessuna religione saprebbe accettare". "Si tratta ha aggiunto di una forma di barbarie rigettata in blocco dall'Islam, quali che siano i tentativi di alcuni di dargli un'impronta islamica".
Najib Mikati, presidente del governo uscente , ha condannato a sua volta l'atto terroristico che ha colpito dei civili ed ha dichiarato ad AsiaNews: "Noi stigmatizziamo il linguaggio della violenza alla quale ricorrono alcuni per regolare i conflitti. Questo metodo criminale non ha nulla dell'insegnamento religioso che predica la carità, la pace e il perdono".
Il deputato Abbas Hachem ha giudicato questi attacchi "di una barbarie cieca che colpiscono non solo la capitale britannica, ma l'umanità intera, e tentano di seminare il terrore ovunque nel mondo". "Questo clima terrorista ha aggiunto il deputato del Kesrouan-Jbeil è assolutamente contrario ai nostri valori arabi e ai precetti dell'Islam ed è rifiutato da ciascun arabo e da ciascun musulmano".
Stessa reazione anche dallo sceicco Hassan Nasrallah, di Hezbollah, che ha denunciato "ogni atto che colpisce dei civili, che è in contraddizione con i principi umani, etici e religiosi".