A Bao Tong consentita un’intervista alla stampa estera
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Per la prima volta dal 1998, alcuni giornalisti esteri ieri hanno potuto incontrare Bao Tong, un importante leader politico, arrestato dopo il massacro di Tiananmen, e fra i più critici della politica cinese attuale. Bao, 74 anni, era uno dei principali consiglieri di Zhao Ziyang, ex capo del Partito comunista e il più importante funzionario arrestato per le proteste del 4 giugno 1989, perché insieme a Zhao si era opposto all’intervento dell’esercito con carri armati. Da allora vive sotto stretto controllo 24 ore su 24 e gli era proibito incontrare i media.
“Questo incontro – ha commentato Bao – indica un miglioramento. E’ solo per un breve periodo, ma è positivo. Io spero, e con me sperano molti cinesi, che possa esserci un miglioramento più duraturo. Sarebbe un’ottima notizia per i giornalisti stranieri se potessero operare con libertà in Cina”. Occorre precisare che la sorveglianza ha permesso ai giornalisti di andare nell’appartamento di Bao solo dopo averli registrati e dopo che la sua famiglia era uscita.
In vista delle Olimpiadi del 2008, lo scorso dicembre il ministro degli Esteri ha promesso che il governo centrale permetterà maggiore libertà di viaggio e lavoro ai giornalisti esteri, ma solo fino al 17 ottobre 2008 , al termine dei Giochi. Aperture analoghe sono state annunciate la scorsa settimana per i giornalisti di Taiwan, Hong Kong e Macao.
Di per sè, nel 2006, la Cina ha aumentato il controllo sulla stampa locale e straniera, limitato la libertà di spostamento dei giornalisti esteri e colpito con carcere e dure condanne molti giornalisti cinesi. Gli analisti si augurano che questa piccola apertura con Bao Tong sia l’inizio di un’inversione di tendenza, anche considerando che per le Olimpiadi del 2008 sono attesi giornalisti da tutto il mondo. Alcune personalità dei media fanno notare che, sempre ieri, non è stata permessa l’intervista all’avvocato Zheng Enchong a Shanghai, perché questi “ha perduto i diritti politici”. Il legale è detenuto dal luglio 2006, appena un mese dopo avere scontato 3 anni di carcere per avere aiutato un gruppo di persone a a chiedere l’indennizzo per la loro casa espropriata.
Nel dicembre scorso è stato condannato a 20 anni di prigione Lu Jianhua per violazione di segreto di Stato, per avere dato notizie al giornalista di Hong Kong Ching Cheong, a sua volta condannato a 5 anni lo scorso agosto per avere scritto articoli contenenti “scottanti segreti di Stato”. In Cina la maggioranza delle informazioni sulla vita della Nazione sono considerate segreti di Stato e la loro rivelazione attraverso i media è punita come “attentato alla sicurezza” nazionale. Secondo lo statunitense Comitato per la protezione dei giornalisti, al dicembre 2006 ci sono almeno 31 giornalisti detenuti per simile reato, più che in ogni altro Stato, di cui 19 per scritti su internet. (PB)