A Bali si studia il dopo-Kyoto
Al via oggi la Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici promossa dall’Onu. Oltre 180 Paesi studieranno la “road map” verso un accordo sulla riduzione delle emissioni inquinanti da siglare entro il 2009. Il nuovo accordo sostituirebbe nel 2012 il Protocollo di Kyoto. Occhi puntati su Usa e Cina ritenuti i due principali responsabili dell'emissione di gas serra.
Bali (AsiaNews/Agenzie) – Si è aperta oggi a Bali, Indonesia, sotto l’egida dell’Onu la Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici. Presso la famosa località turistica saranno riuniti fino al 14 dicembre i delegati di oltre 180 Paesi insieme ad esperti di clima e ambiente. Lo scopo è tracciare una sorta di “road map” per negoziati che entro due anni portino ad un accordo sulle riduzione delle emissioni inquinanti. Il documento potrebbe succedere al Protocollo di Kyoto e offrire nuove soluzioni al problema del surriscaldamento del globo terrestre.
Entro il 2009, quindi, dovranno essere stabiliti passi concreti per la riduzione delle emissioni inquinanti. Andranno decisi i mezzi di finanziamento per uno sviluppo tecnologico “pulito” e l'aiuto ai Paesi in via di sviluppo, che dovranno adattarsi al cambiamento del clima. Rispettare come scadenza il 2009 permetterà ai governi di ratificare l’accordo in tempo per la scadenza del Protocollo di Kyoto nel 2012.
Svolto sotto la Convenzione quadro sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (UNFCCC), il summit alimenta grandi aspettative. Durante la cerimonia di apertura il ministro indonesiano dell’Ambiente, Rachmat Witoelar, ha detto che è questo il momento e l’occasione per costruire un accordo. Il segretario esecutivo della UNFCCC, Yvo de Boer, ricorda che “tutti gli occhi del mondo sono puntati su Bali. Abbiamo una grande responsabilità”. Secondo Hans Verolme, direttore per i cambiamenti climatici al WWF, il peggiore risultato sarebbe se i negoziati finissero con una dichiarazione vaga senza offrire un piano concreto.
Tutti guardano a Stati Uniti e Cina, ritenuti i due principali responsabili dell'emissione di gas serra. Gli Stati Uniti sono l'unico Paese sviluppato a non aver firmato il Protocollo di Kyoto, dopo la recente sigla dell'Australia. Il cosiddetto Protocollo salva-clima non fissa un tetto alle emissioni inquinanti per le nazioni in crescita economica come la Cina, ma anche il Brasile e l’India. Ma alla luce della nuova situazione ambientale ed economica si ripropone la questione di uno sviluppo rispettoso dell'ambiente anche nei Paesi emergenti e in via di sviluppo.
Prima del meeting di Bali, il Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) aveva avvertito che i danni causati al sistema climatico in questo secolo condanneranno i Paesi poveri ad una miseria sempre maggiore, afflitti da violente tempeste ed inondazioni. Il lavoro dell’IPCC costituisce la base scientifica della Conferenza mondiale di Bali. I negoziati che si stabiliranno in Indonesia termineranno idealmente a Copenhagen alla fine del 2009.
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