A 2 anni dallo tsunami, le donazioni occidentali sono ancora chiuse in banca
Secondo un recente studio della BBC, i fondi stanziati dalle nazioni occidentali per le vittime del maremoto del 26 dicembre scorso non sono ancora stati spesi. Nel frattempo, 7 ambasciatori chiedono alla Thailandia di investigare sul furto di quei fondi.
Londra (AsiaNews) – A 2 anni dallo tsunami che ha devastato le coste asiatiche, miliardi di dollari donati da governi, privati e organizzazioni internazionali devono ancora essere spesi. Lo rivela un recente studio della BBC, che sottolinea come al momento due terzi delle persone colpite dallo tsunami aspettano ancora un alloggio permanente.
L’inviato Onu per lo tsunami, l’ex presidente Usa Bill Clinton ha ammesso che “solo il 30 o il 35 per cento delle vittime è tornata a vivere in case permanenti” ed ha definito la situazione “frustrante”.
Secondo le stime ottenute dalla BBC, i database del Dipartimento Onu per l’Aiuto e lo Sviluppo registrano 6,7 miliardi di dollari promessi. Metà di questi - 3,3 miliardi - devono ancora essere stanziati.
La Croce Rossa ha ricevuto da tutto il mondo più di 2,2 miliardi di dollari. Secondo le sue stesse cifre, almeno 1,3 miliardi sono ancora fermi in banca. La Croce Rossa ha promesso di costruire 50mila case permanenti in Indonesia, Sri Lanka e Maldive, ma al momento solo 8mila risultano completate. La sezione britannica dell’organizzazione ha stretto contratti per costruire oltre 2mila abitazioni: finora, solo 16 sono terminate.
Johan Scharr, che guida le operazioni relative allo tsunami per conto della Federazione internazionale della Croce Rossa, dice di “condividere la frustrazione di Clinton”, ma ricorda che “progetti del genere richiedono molto tempo”. Scharr sottolinea che “2 settimane dopo lo tsunami, abbiamo valutato il danno riparabile in 5 anni: prevedere tempi più corti non è realistico”
Nel frattempo, la ricerca della BBC evidenzia che Spagna e Francia hanno promesso rispettivamente 60 e 79 milioni di sterline ma ne hanno spesi solo 1. Pechino ne aveva garantiti 301, ma ne ha trasferito sempre 1. Gli Stati Uniti hanno investito 70 milioni, ma subito dopo la tragedia ne avevano raccolti 400.
Proprio Washington, insieme ad altre 6 nazioni europee, ha chiesto però alla Thailandia di investigare sul furto delle donazioni destinate alle vittime dello tsunami. Una lettera firmata dagli ambasciatori di Stati Uniti, Gran Bretagna, Finlandia, Francia, Germania, Svezia e Paesi Bassi chiede al capo della polizia thai, gen. Kowit Wattana, di “fare luce sull’uso dei fondi inviati dalle nazioni occidentali nel Paese”.
Lo tsunami del 26 dicembre 2004 ha interessato la maggior parte delle coste dell’Oceano Indiano.
Il numero totale di vittime accertate si aggira intorno a 226 mila, ma decine di migliaia di persone sono ancora date per disperse, mentre gli sfollati sarebbero tra i tre ed i cinque milioni.
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