08/11/2012, 00.00
IRAQ
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Vescovi iracheni ai cristiani: serve il vostro impegno per ricostruire il Paese

di Joseph Mahmoud
I prelati chiedono ai politici più sicurezza e la difesa dei diritti di tutte le componenti della società irachena. L'appello per fermare l'esodo dei cristiani dal Paese. L'invito a pregare per i cristiani della Siria. L'annuale Assemblea dei vescovi si è tenuta dal 6 al 7 novembre ad Ankawa (Kurdistan). Fra i temi: l'applicazione dell'Ecclesia in Medio Oriente, gli spunti del Sinodo per la nuova evangelizzazione e l'Anno della fede.

Ankawa (AsiaNews) - I vescovi cattolici dell'Iraq si sono riuniti dal 6 al 7 novembre nella loro annuale assemblea a Ankawa (Erbil, Kurdistan). Nella due giorni, i prelati hanno discusso varie tematiche pastorali legate alle proprie Chiese alla luce della situazione vissuta dai cristiani nel Paese e nel resto della regione medio orientale. Nell'incontro i vescovi hanno discusso l'applicazione dell'Esortazione apostolica "Ecclesia in Medio Oriente", i temi del Sinodo per la nuova evangelizzazione e dell'Anno della fede lanciato da papa Benedetto XVI lo scorso 11 ottobre. Al termine dell'Assemblea i prelati iracheni hanno pubblicato il seguente comunicato. AsiaNews pubblica il testo in versione integrale inviato da mons. Louis Sako, arcivescovo di Kirkuk e segretario generale dell'Assemblea.

1-      L'Assemblea episcopale invita tutti i partiti politici a sedersi insieme, liberi da interessi personali e confessionali, per iniziare un dialogo coraggioso e sincero, necessario per trovare  soluzioni che rispettino i diritti di tutte le componenti della società, rispettando l'armoniosa coesistenza e preservando le diversità e i pluralismi che caratterizzano il nostro Paese. Certamente vivere insieme è il completamento di una fruttuosa interazione culturale e spirituale. Per raggiungere tale obiettivo sé necessario una volontà politica libera e rinnovabile. Inoltre è necessario che la religione rimanga distante dai conflitti politici. I bombardamenti, le uccisioni e le distruzioni compiute in nome della fede, offendono Dio e deformano il credo religioso.

2-      È triste notare che l'emigrazione dei cristiani sta continuando, rendendoci in futuro ancora più vulnerabili e minacciati. L'Assemblea episcopale invita tutti i cristiani ad essere attaccati alla propria terra d'origine e a partecipare alla sua costruzione, prendendo esempio dai loro padri. Occorre un continuo coinvolgimento e perseveranza nel comunicare in patria la nostra condizioni di cittadini e cristiani. L'Esortazione apostolica "Ecclesia in Medio Oriente" invita i figli di Abramo a non  "essere strumentalizzati in conflitti reiterati e ingiustificabili per un autentico credente, il riconoscimento di un Dio Uno può - se vissuto con un cuore puro - contribuire notevolmente alla pace della regione e alla convivenza rispettosa dei suoi abitanti". Pertanto i vescovi sperano che la convivenza continui con migliori condizioni di giustizia e rispetto della dignità umana, che posso limitare l'emigrazione e incoraggiare i migranti a ritornare nella propria patria. L'Assemblea episcopale invita il governo federale e quello della regione del Kurdistan ad assumersi la piena responsabilità nell'assicurare sicurezza e stabilità e condizioni di vita dignitose per tutte le componenti della società.

3-      A tutt'oggi, i prelati sono preoccupati per le condizioni delle nostre sorelle e fratelli siriani. Attraverso la loro solidarietà e la preghiera i vescovi sperano che le riforme chieste dalla popolazione vengano attuate in modo pacifico, attraverso dialoghi e negoziati costruttivi e non con la violenza e la distruzione. Il dialogo civile è un modo umano e religioso per risolvere i problemi. Preghiamo per il rapido ritorno alla stabilità dei nostra vicina Siria.

4-      In conclusione, l'Assemblea invita i fedeli a rinvigorire la fede e la speranza e di pregare per il ritorno alla pace e alla stabilità del Paese in modo che tutti possano godere della libertà, dignità e gioia.

 

 

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