Valle del Kashmir: si riaccende la crisi tra India e Pakistan
Srinagar (AsiaNews) - "Certi incidenti non aiutano a migliorare i rapporti tra Pakistan e India": a parlare è Omar Abdullah, chief minister del Jammu e Kashmir, dopo l'uccisione ieri di cinque soldati indiani. Secondo New Delhi, truppe pakistane avrebbero oltrepassato il confine nell'area di Poonch e sparato contro i militari indiani, ma Islamabad nega ogni coinvolgimento. Dall'inizio del 2013 è il terzo scontro a fuoco che si verifica lungo il confine, segno - secondo molti analisti - di una nuova crisi tra i due Paesi.
Da oltre 60 anni la regione del Kashmir è rivendicata nella sua interezza dai due vicini di casa. Nel 1949 - al termine del primo conflitto indo-pakistano - il territorio venne spartito: New Delhi ottenne il Jammu e Kashmir, Islamabad i Territori del Nord e l'Azad Kashmir. Una divisione che non ha fermato le tensioni, gettando le due nazioni in una "guerra" senza fine.
Nonostante i tentativi di dialogo e stabilizzazione dei rapporti, il tempo dimostra che il processo di pace è ancora lontano dal compiersi. E non soltanto per quanto accade nella regione del Kashmir: fonti di AsiaNews - anonime per motivi di sicurezza - puntano il dito contro l'attacco al consolato indiano di Jalalabad (Afghanistan), avvenuto il 3 agosto scorso.
"L'attentato - sottolineano le fonti - ha una spiegazione politica. Non è la prima volta che vengono prese di mira sedi diplomatiche indiane. New Delhi sta prendendo sempre più piede in Afghanistan, e questo disturba il Pakistan".
Nel 2008 e nel 2009 l'ambasciata indiana a Kabul venne colpita: nell'attentato morirono 75 persone. Sempre nella capitale afghana, nel 2010 due guest house vennero attaccate e sei indiani persero la vita. In entrambi i casi, l'India ha sempre accusato i terroristi del gruppo pakistano Lashkar-e-Taiba, responsabile anche degli attacchi di Mumbai nel 2008.
30/08/2021 14:00
23/06/2021 12:12