Una scuola cattolica per gli indigeni emarginati
di Kalpit Parajuli
Inaugurato lo scorso 12 novembre, l’istituto Navodaya è stato realizzato con i soldi delle comunità cattoliche locali e straniere. La scuola è rivolta alla popolazione dei Chepang, la più povera fra le tribù indigene del Paese. Tasso di abbandono della scuola pari al 70%.
Kathmandu (AsiaNews) - “Apprendere per rendere più piena la vita”. È questo il motto della nuova scuola cattolica Navodaya, dedicata agli indigeni Chepang popolazione delle montagne fra le più povere del Paese. Inaugurata lo scorso 12 novembre dal vescovo di Kathmandu Anthony Sharma, essa ha sede nel distretto di Chitwan (Nepal centrale) ed è stata realizzata grazie al contributo di associazioni locali e straniere. Fra i donatori anche diverse associazioni italiane fra cui il Centro di Cooperazione Sviluppo Italia (CCS Italia). A tutt’oggi la scuola ospita 173 studenti.
I Chepang sono uno dei 59 gruppi indigeni presenti in Nepal. La popolazione è di circa 52mila persone. Oltre il 70% abbandona la scuola e vive in aree inaccessibili a 1200 metri di quota, lontane dai centri abitati e dalle vie di comunicazione. La loro principale fonte di sostentamento è la foresta e i suoi prodotti. Negli anni solo poche famiglie hanno abbandonato la vita nomade, trovando lavoro come braccianti agricoli. Purtroppo, a causa della morfologia del territorio e il clima della regione e i raccolti sono sufficienti solo per sei mesi. Per il resto dell’anno i Chepang si cibano di frutti spontanei, pesca e selvaggina. Spesso i bambini aiutano i genitori nella campagne e non possono andare a scuola.
Chirendra Satyal, rettore della scuola, spera di poter aiutare la comunità ad emanciparsi. In questi anni solo poche decine di giovani ragazzi hanno avuto accesso alle scuole primarie statali, lontane anche 15 ore dai piccoli insediamenti indigeni. Satyal spiega che Navodaya è nata per aiutare le comunità emarginate, offrendo oltre alle lezioni gratuite anche la possibilità di abitare all’interno dell’istituto.
I cattolici nepalesi sono circa 10mila (0,10% della popolazione) . La Chiesa cattolica è attiva nel campo dell’educazione e gestisce 31 istituti scolastici, otto nella sola Kathmandu. Nell’impegno educativo sono coinvolti 65 sacerdoti, 17 religiosi e oltre 160 suore.
I Chepang sono uno dei 59 gruppi indigeni presenti in Nepal. La popolazione è di circa 52mila persone. Oltre il 70% abbandona la scuola e vive in aree inaccessibili a 1200 metri di quota, lontane dai centri abitati e dalle vie di comunicazione. La loro principale fonte di sostentamento è la foresta e i suoi prodotti. Negli anni solo poche famiglie hanno abbandonato la vita nomade, trovando lavoro come braccianti agricoli. Purtroppo, a causa della morfologia del territorio e il clima della regione e i raccolti sono sufficienti solo per sei mesi. Per il resto dell’anno i Chepang si cibano di frutti spontanei, pesca e selvaggina. Spesso i bambini aiutano i genitori nella campagne e non possono andare a scuola.
Chirendra Satyal, rettore della scuola, spera di poter aiutare la comunità ad emanciparsi. In questi anni solo poche decine di giovani ragazzi hanno avuto accesso alle scuole primarie statali, lontane anche 15 ore dai piccoli insediamenti indigeni. Satyal spiega che Navodaya è nata per aiutare le comunità emarginate, offrendo oltre alle lezioni gratuite anche la possibilità di abitare all’interno dell’istituto.
I cattolici nepalesi sono circa 10mila (0,10% della popolazione) . La Chiesa cattolica è attiva nel campo dell’educazione e gestisce 31 istituti scolastici, otto nella sola Kathmandu. Nell’impegno educativo sono coinvolti 65 sacerdoti, 17 religiosi e oltre 160 suore.
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