23/01/2007, 00.00
TURCHIA
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Un fiume di folla al corteo funebre del giornalista ucciso

di Mavi Zambak
Hanno partecipato in silenzio centinaia di migliaia di persone, di etnie e religioni diverse. L’elogio funebre della moglie e l’omelia del patriarca armeno Mesrob II. Assenti Erdogan e Prodi.

Istanbul (AsiaNews) - Centinaia di migliaia di uomini, donne, giovani e bambini di ogni cultura e religione hanno dato oggi l’ultimo saluto alla salma del giornalista turco armeno Hrant Dink, ammazzato a colpi di pistola lo scorso venerdì 19 gennaio.

Fin dalle prime ore del mattino una folla indistinta di persone ha cominciato a radunarsi attorno al portone d’ingresso della redazione del settimanale Agos, di cui era redattore e fondatore. In composto e profondo silenzio hanno aspettato la salma dell’intellettuale paladino degli armeni e della libertà d’espressione.

Fra la folla,  nessuna distinzione, nessuno slogan ideologico - come aveva invitato a fare nei giorni scorsi la moglie di Hrant -  ma solo piccoli cartelli neri  tenuti tra le mani con due semplici ma provocatorie frasi: “Tutti noi siamo dei Hrant” e “É l’articolo 301 l’assassino di Hrant”, a sottolineare che i partecipanti al corteo funebre condividono il sogno di Dink di una vera democrazia del pensiero in Turchia, colpevolizzando l’articolo 301 della costituzione turca che penalizza chiunque osa parlare contro la Turchia.

Canti e colombe

Musiche e canti armeni hanno accompagnato il denso silenzio della folla per un’ora, riempiendo la più affollata strada del centro di Istanbul di una commovente atmosfera di preghiera e comunione.

Alle undici in punto, la moglie Rakel con coraggio ha preso in mano il microfono, pronunciando parole che hanno fatto piangere e riflettere l’intera folla.

Ha iniziato con la citazione presa dal capitolo 15 del vangelo di Giovanni: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. In un attimo è seguito uno scroscio di applausi.

“É da questa frase di Gesù e da questa convinzione interiore che noi oggi traiamo la nostra forza e la nostra pace” ha affermato con voce commossa ma determinata, la moglie di Dink. Poi ha proseguito: “Grazie per il vostro silenzio che ci sostiene e ci conforta. Grazie per non aver sfoggiato slogan. Oggi il nostro amore per Hrant si manifesta nel silenzio senza distinzioni ideologiche e religiose. Mi dite che Hrant è stato un grande uomo… Sì, era grande perché i suoi pensieri erano grandi, i suoi sogni erano grandi, il suo cuore era grande. ..

Nel silenzio, state raccontando ad alta voce il suo amore e la sua dedizione e così state accrescendo la sua voce. Continuate senza paura, amando. Non chiudete i vostri occhi e il vostro cuore. Giocate la vostra libertà fino in fondo. Un amore che non umilia, un amore che non disprezza, non invidia, dimentica la paura, non schiaccia e non ammazza ma piuttosto si lascia uccidere: è vivendo questo amore che anche voi incontrerete l’eternità come l’anima che ha lasciato quel corpo che ora si trova in quel carro funebre di fronte a noi e si è separata dai suoi figli, dai suoi nipoti, dai suoi amici, dai miei abbracci, ma non dalla sua patria”.

Al termine di queste parole, la mglie con le due figlie e il figlio, portando al collo una grande sciarpa bianca, hanno liberato in volo quattro colombe bianche: a ricordo di Hrant Dink che neanche due settimane fa si era identificato in una colomba, fragile, timorosa, che cammina tra la folla con la paura di essere schiacciata, ma che è libera e capace di elevarsi in volo sopra tutto e tutti.

Poi, in un profondo silenzio il corteo funebre si è incamminato per 8 chilometri verso la chiesa di Santa Maria, sede del patriarcato armeno, dove si è svolto il funerale religioso, presieduto dal patriarca Mesrob II e celebrato in lingua armena.

L’omelia del patriarca armeno

“Basta pensare che tutti coloro che hanno opinioni diverse da noi sono potenzialmente dei nemici da combattere e da zittire”, ha affermato commosso il patriarca Mesrob II durante l’omelia funebre. “Hrant era un uomo coraggioso generoso, sentimentale e per questo pieno di amore verso tutti, a partire dai bambini fino alla terra turca che riteneva essere la sua patria con tutto il cuore”.

Il patriarca ha ricordato l’impegno sociale e caritativo del giornalista defunto: “Molti conoscono Hrant solo come un famoso giornalista ed intellettuale, ma pochi sanno la sua passione per i bisognosi, i più fragili e indifesi in lui identificati negli orfani. Lui stesso, cresciuto e vissuto dall’età di otto anni nel nostro orfanotrofio qui ad Istanbul, ha cercato poi per tutta la vita di aiutare gli orfani, si è dimostrato vicino con tutto il suo affetto e si è dato da fare perché non si sentissero soli e abbandonati”.

Riferendosi poi alle autorità politiche turche, egli ha aggiunto: “Ringraziamo il presidente della Repubblica e tutte le varie autorità civili turche per la solidarietà e il sostegno dimostrato in questo momento di profondo comune, dolore. La vostra solidarietà non può però fermarsi a questo. Anche se chi la pensa diversamente non parlasse, non esprimesse ad alta voce il suo pensiero, nessuno deve sentirsi autorizzato a mettere a tacere, penalizzare, giudicare o contrastare le opinioni differenti e questo rispetto per tutti può avvenire solo a partire dai nostri comportamenti concreti e quotidiani, dalle nostre leggi, da quanto raccontano e spiegano i nostri libri di storia”.

Donne velate e non armeni nel corteo

Alla cerimonia hanno partecipato numerosi rappresentanti religiosi armeni da tutta l’Europa e dall’America, rimasti colpiti dall’immensa fiumana dei partecipanti. Il patriarca armeno di Germania ha notato nel corteo la presenza di donne velate e di uomini di origine non armena e ha detto che questo è un segno di grande cambiamento nella cultura e nell’opinione pubblica turca: “Sicuramente anche solo una decina di anni fa un raduno così sarebbe stato impensabile e tutto si sarebbe svolto in maniera molto più modesta e nascosta. La solidarietà e la vicinanza dimostrata verso quest’uomo, intellettuale e armeno, manifesta il pensiero e il cuore della popolazione turca più di ogni altra manifestazione politica o religiosa. Questo omicidio non ha diviso la popolazione, ma al contrario l’ha unita. E questo mi conforta e mi riempie di speranza verso un futuro migliore”.

La chiesa armena di santa Maria, ha potuto contenere solo un migliaio di fedeli; altre decine di migliaia di persone si sono accalcate sul piazzale e lungo le strade, sostando in attesa. Tra la folla anche numerosi artisti, cantanti e famosi scrittori turchi, amici di Hrant. Grande assente il premier Erdogan che fino all’ultimo aveva fatto sperare in una sua comparsa al funerale, insieme al primo ministro italiano Prodi, in Turchia per l’inaugurazione della lunga galleria di Bolu, progettata e realizzata da imprese italiane.

Hrant è stato seppellito nel cimitero armeno di Istanbul, accanto ai suoi genitori nella tomba di famiglia, tra canti e preghiere in armeno.

Mentre si svolgeva il funerale religioso a Istanbul, a Trabzon – città di origine del giovane assassino - è stata organizzata una manifestazione popolare di sdegno contro questo vile omicidio.

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