18/03/2015, 00.00
TUNISIA - ISLAM
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Tunisi, attacco al Museo Bardo: almeno 19 le vittime confermate, decine di feriti

Il Segretario di Stato vaticano, card. Parolin: "Un una cosa crudelissima e inumana, veramente inconcepibile. Da condannare nei termini più assoluti. E si deve sapere che, in nome di Dio, non si commettano più violenze". Il premier Essid frena sulle rivendicazioni dello Stato islamico: "Ancora in corso le indagini per chiarire l'identità degli assalitori". Fra le vittime vi sono italiani, spagnoli, polacchi e tedeschi.

Tunisi (AsiaNews) - Il commando terroristico che ha attaccato questo pomeriggio il museo Bardo di Tunisi ha ucciso almeno 19 persone, di cui 17 turisti stranieri. Lo ha confermato il premier Habib Essid, aggiungendo che le forze armate hanno condotto un blitz per liberare le persone prese in ostaggio all'interno della struttura. Secondo altre fonti, le vittime potrebbero essere 22, fra cui i due assalitori. I turisti deceduti sono di nazionalità ancora non confermata, ma di certo fra le vittime vi sono italiani, spagnoli, polacchi e tedeschi. Le altre due vittime sono tunisine: una era un poliziotto.

L'attentato terroristico è avvenuto nel centro di Tunisi, a poca distanza dal Parlamento nazionale. Qui i deputati stavano discutendo di una nuova legge anti-terrorismo. I feriti confermati sono 24, di cui 22 stranieri e due tunisini. Anche in questo caso, altre fonti parlano di "almeno 50 persone ricoverate negli ospedali della capitale".

Parlando con i media, Essid ha detto: "Siamo davanti a un momento critico per la nostra storia, e a una svolta per il nostro futuro. Non abbiamo ancora identificato con chiarezza l'identità dei terroristi. Le indagini sono ancora in corso, anche se i due che hanno aperto il fuoco contro i turisti potrebbero essere stati aiutati da altre due o tre persone".

Alla Radio Vaticana, il Segretario di Stato vaticano card. Parolin ha definito l'attacco "una cosa crudelissima e inumana, veramente inconcepibile. Da condannare nei termini più assoluti. E si deve sapere che, in nome di Dio, non si commettano più violenze".

Il Segretario di Stato americano John Kerry ha invece dichiarato che gli Stati Uniti "sono accanto al popolo tunisino in questo difficile momento" e ha sottolineato che Washington "continuerà a sostenere gli sforzi del governo per rendere la Tunisia un Paese sicuro, prospero e democratico".

La Tunisia è stato il primo Paese a dare il via, nel gennaio 2011, alle rivolte della Primavera araba, che in pochi mesi si sono diffuse e hanno influenzato tutto il Medio oriente. Nonostante le difficoltà economiche e alcuni episodi di violenza, la nazione è stata l'unica a evitare un vero e proprio caos politico e sociale, a differenza di quanto accaduto in Egitto e in Libia.

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