Tokyo, le elezioni politiche si giocano sul no al nucleare
Tokyo (AsiaNews) - Domenica 16 dicembre il popolo giapponese va alle urne per decidere il futuro della nazione su un tema della massima gravità: mantenere o no gli impianti per la produzione dell'energia nucleare. Normalmente si tratta di un evento nazionale ma la posta in gioco è tale che il suo esito potrebbe influire sull'ordine internazionale.
Decisione intelligente, onesta e coraggiosa
Il 16 novembre scorso il primo ministro Yoshihiko Noda (nella foto, il secondo da sin.) ha sciolto la Camera Bassa, più di un anno prima della scadenza legale, e ha indetto le elezioni: la campagna elettorale è ufficialmente iniziata il 4 dicembre scorso. Grazie alla stampa, ai canali televisivi e ai comizi la nazione sembra diventata un'immensa aula universitaria : politici e critici di vaglio nel ruolo di docenti; uomini e donne di metropoli, cittadine e villaggi del Paese nel ruolo di studenti. I giapponesi comuni, pur essendo gelosi e rispettosi della struttura gerarchica della loro nazione, sono anche coscienti che in occasione delle elezioni generali sono loro i protagonisti.
Gli analisti esprimendo i giudizi della gente, reputano intelligente, onesta e coraggiosa l'improvvisa decisione di Noda. Intelligente perchè si è reso conto dell'indebolimento del potere politico; onesto perchè si è appellato al giudizio del popolo; coraggioso perchè è cosciente che con molta probabilità il suo partito non uscirà vincente da queste elezioni.
Le forze politiche emergenti
Tre sono le forze politiche emergenti: il partito democratico del Giappone (DPJ, Democratic Party of Japan), il partito liberal democratico (LPD,Liberal Democrati Party) e il Nippon Mirai no To( Japan Future Party) creato solo due settimane prima dell'inizio della campagna elettorale dalla signora Yukiko Kada, governatore della prefettura di Shiga. Paradossalmente il partito più giovane e in apparenza esiguo è quello che caratterizza queste elezioni .
Kada è stata eletta, governatore della prefettura di Shiga nel 2006 e quattro anni dopo è stata rieletta con 420mila voti di preferenza. Essa è la prima donna eletta governatore in questa prefettura e la quinta donna-governatore in tutta la storia del Giappone.
Il rifiuto degli impianti nucleari
Prima del disastro nucleare dell'11 marzo 2011 nel nord-est del Giappone, nell'arcipelago erano funzionanti centinaia di centrali nucleari. Il terremoto e lo tsunami di quel giorno, oltre a uccidere decine di migliaia di persone, ha danneggiato la centrale nucleare di Fukushima rendendo inabitabile la zona circostante per un raggio di oltre 30 chilometri. Il 4 dicembre, giorno d' inizio della campagna elettorale, i presidenti degli undici partiti iscritti hanno volutamente tenuto il discorso inaugurale in questa zona e hanno scelto come tema il problema nucleare.
In precedenza, il 30 novembre , i presidenti dei partiti che partecipano alla campagna elettorale, si sono radunati in una hall del Japan National Press Center, a Tokyo per una discussione pubblica con i giornalisti. La maggior parte delle domande sono state rivolte a Shinzo Abe (nella foto, il primo a sin.), presidente del partito liberal democratico, il partito che dal 1955 - per oltre 50 anni - ha tenuto il timone del governo
Molti interventi hanno avuto come oggetto il nucleare. Evidentemente non si è trattato di armamenti nucleari, argomento tabù in un Paese che ne ha esperimentato l'orrore nelle città di Hiroshima e Nagasaki. L'argomento è stato l'energia nucleare e gli impianti per generarla. Al riguardo le domande sono state molto chiare e alcune risposte di gran valore perché' date da personalità che hanno relazioni con il governo: Yoshihiko Koda, primo ministro e presidente del partito democratico del Giappone (nella foto ultimo a destra), la signora Yukiko Kada (nella foto al centro), governatore della prefettura di Shiga, a e Shinzo Abe, ex primo ministro.
"Zero energia nucleare" in Giappone è la risposta chiara della Kada. "Noi vogliamo mandare un messaggio di speranza al mondo, alla terra e alle generazioni future" e ha aggiunto, "favorire una politica di promozione dell'energia nucleare solo per sostenere l'efficienza economica equivale a minare la dignità del Giappone come nazione".
Consapevole che lo smantellamento richiede tempo, soldi e competenza specifiche, la Kada ha posto il limite di 10 anni per realizzarlo totalmente. Significativo è il fatto che il segretario del suo partito è il professor Tetsunari Iida (53), direttore dell'Istituto per la politica di energia sostenibile e fondatore di un gruppo di studio sull'energia rinnovabile.
Nella piattaforma politica della Kada c'è pure attenzione per le donne, soprattutto come madri: impegno per favorire lavoro confacente al loro stato e promessa di erogare 322mila yen annuali per ogni bambino.
Anche nel programma di Noda c'è l'eliminazione graduale di tutti gli impianti nucleari, ma spostando agli anni 2030 l'annullamento totale.
Ambiguo è stato invece Abe, il presidente del partito liberal democratico. Si rassegna ad accettare la tesi dell'eliminazione, ma non indica nessuna data del raggiungimento della meta "zero nucleare in Giappone".